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L’errore di considerarsi onnivori

Se da una parte l’onnivorismo ha consentito all’uomo di superare tempi di penuria alimentare dall’altra è stato ed è la rovina della nostra condizione fisica e morale

di Franco Libero Manco

E’ convinzione abbastanza diffusa considerare onnivora la specie umana, anche se l’essere umano non ha alcuna caratteristica degli animali onnivori; senza considerare  che furono estreme necessità di sopravvivenza a costringere l’ominide ad adattarsi a mangiare ciò che non era, e non è, compatibile con la sua natura di essere frugivoro.

Fuorvianti e tendenziose le immagini che in tv mostrano uomini primitivi consumare sanguinolenti pezzi di carne di animali abbattuti, come se i nostri progenitori si fossero nutriti solo di carne: in questo caso non sarebbero sopravvissuti un solo mese. Chi ha provato a mangiare la carne cruda sa quanto sia difficile masticarla e quanto sia improbabile se non impossibile strappare lembi di carne dal corpo di un animale, utilizzando schegge di pietra. Se i nostri progenitori avessero adottato una simile dieta la nostra specie si sarebbe estinta, Tra l’altro gli animali carnivori mangiano l’animale intero (cosa che l’uomo non può fare), cioè ossa, cartilagini, muscoli e le interiora con il cibo ingerito della preda.

Nei periodi più duri della guerra gli uomini mangiavano pane fatto con cortecce di alberi, segatura di legno e gramigna essiccata. Continuare a farlo anche dopo passato il periodo di penuria porterebbe inevitabilmente a malattie di vario genere. Il leone affamato mangia anche le mele ma se l’eccezione diventa norma ne paga le conseguenze. Oggi l’umanità continua ad adottare un’alimentazione da guerra in tempo di pace. E’ come se una mucca progettata per mangiare trifoglio in mancanza di questo si adatta a mangiare anche l’ortica. Dire che questa è la sua alimentazione naturale è sbagliato e dannoso.

Col passare del tempo la carne è stata appannaggio delle classi abbienti, e il popolo ha emulato le abitudini dei ricchi, sia perché erroneamente convinto della sua importanza nella dieta e sia perché resa gradevole dalla cottura o convinta che la carne sia necessaria alla nostra salute.

La paura infondata che manchi qualcosa nella nostra dieta, se priva di prodotti animali, suffragata abbondantemente dalla medicina convenzionale, crea dei dubbi anche nelle persone più inclini all’alimentazione vegetale. E nell’incertezza, nel dubbio, la gente è portata se non altro a limitarne il consumo, e soprattutto non farla mancare ai bambini, nella convinzione che questa sia necessaria al loro sviluppo.

Se fossimo onnivori avremmo le caratteristiche anatomiche ed istintuali degli animali onnivori

Tra gli animali più conosciuti considerati onnivori abbiamo, in ordine alfabetico: babbuino, carpa, cigno, cinghiale, corvo, criceto, formica, gabbiano, gallina, gallo, gorilla, granchio, macaco, maiale, mandrillo, merlo, oca, orango, pesce gatto, piranha, ratto, riccio, scarafaggio, scimpanzé.

Ebbene, l’essere umano archetipo dei primati (non ha nulla in comune con nessuno di questi animali considerati onnivori eccetto babbuino e scimpanzè che raramente mangiano anche insetti ed altri piccoli animali),  non ha come gli altri animali onnivori gli strumenti naturali per procacciarsi la carne come cibo; non ha artigli, zanne, corna, zoccoli, becco; non ha i denti secodonti adatti a strappare brandelli di carne dal corpo dell’animale; non ha quantitativi necessari di acido cloridrico nello stomaco per digerire le ossa; non ha l’enzima uricasi per neutralizzare gli acidi urici; non ha un intestino corto adatto a smaltire rapidamente le scorie prodotte dagli organismi in rapida decomposizione.

Le scimmie antropomorfe, per il 98% vegetariane e per il 2% onnivore, hanno canini lunghi utilizzati per difesa, mentre nell’uomo sono corti e smussati e non si incrociano. Come le scimmie antropoidi produciamo ptialina salivare che ci consente di digerire i carboidrati. Ma anche se, per assurdo, noi fossimo addirittura onnivori, il nostro senso di giustizia e la nostra ostentata civiltà non dovrebbe indurci ad adottare l’alimentazione etica e ad escludere dalla nostra alimentazione prodotti che non sono necessari al nostro sostentamento ma che urlano di dolore?

Anche se babbuino e scimpanzé, quando scarseggia il loro cibo elettivo, occasionalmente si nutrono anche di carne in modo occasionale (non sistematico come succede negli umani) tutti gli altri componenti della grande famiglia delle scimmie antropoidi, a cui la specie umana appartiene, sono fruttariane. Non solo. Mentre  i nostri cugini antropoidi sono provvisti di armi naturali (come denti ben appuntiti e potenti mascelle, di cui noi umani siamo sprovvisti, e che in qualche modo giustificherebbe una dieta a volte onnivora), gli esseri umani, fisiologicamente e anatomicamente risultano essere ancora più marcatamente progettati per nutrirsi esclusivamente di frutta, germogli, bacche, semi e radici. Insomma,  la natura non ha previsto che l’uomo consumi prodotti di derivazione animale, pena il subire gli effetti di un cibo incompatibile con la sua salute fisica e soprattutto con la sua dimensione morale e spirituale.




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