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Perché vegetariani, di Parama Karuna

 


Motivi ambientali, economici, sociali

Il massiccio consumo di carne e alimenti non vegetariani richiede l'utilizzo di terreni sempre più estesi per la coltivazione dei foraggi o per il pascolo del bestiame. Il pascolo intensivo, non consociato con altre coltivazioni o piantagioni perenni (alberi ecc.) impoverisce velocemente il terreno: lo strato superficiale di humus viene lavato via dalla pioggia o soffiato via dal vento perché non ci sono le radici profonde delle altre piante a trattenerlo, e non viene rimpiazzato perché non ci sono foglie o altre parti caduche delle piante a decomporsi nel terreno. Ben presto i pascoli diventano sterili, e quando la terra è sterile e senza alberi, le nuvole passano più facilmente oltre, e vanno a scaricare la pioggia su zone ricche di boschi.

Questo è precisamente ciò che accade ogni anno nella foresta pluviale dell'Amazzonia, dove centinaia di specie scompaiono per sempre proprio a causa dell'abbattimento degli alberi e della distruzione di un complesso ecosistema, eliminati per far posto ai "pascoli per hamburger".

Il consumo di risorse alimentari pregiate come soia, grano, mais, arachidi, e di altre risorse, come acqua, concimi, lavoro di uomini e macchinari con il conseguente consumo di carburanti ecc., energie usate per l'allevamento, il trasporto, la macellazione e la preparazione della carne -- oltre all'inquinamento che ne deriva direttamente e indirettamente -- per la produzione di un chilo di carne è da 10 a 35 volte superiore alla quantità di risorse necessarie per produrre un chilo di proteine vegetali ad alto valore biologico (come la soia, ad esempio). Ne consegue che il principale responsabile della fame nel mondo è proprio il consumo di carne da parte del 20% della popolazione mondiale, che divora le risorse dell'80% dell'intero pianeta.

Come fa dunque l'industria della carne a tenersi a galla? In che modo riesce a mantenere i costi abbordabili dal pubblico? Con i contributi dello Stato, della Comunità Europea, con i finanziamenti speciali: grazie alle tasse che pagano i cittadini. Il costo della carne non è quello che vedete scritto sul listino del macellaio: c'è un prezzo nascosto, che nessuno vi dice, ma che esce dalle vostre tasche comunque sono forma di tasse di vario genere che pagate allo Stato.

Gli allevamenti intensivi rappresentano una delle maggiori cause di inquinamento del pianeta sia dal punto di vista delle acque che dal punto di vista degli scarichi a terra. Il disastro delle alghe nell'Adriatico, e della morte per soffocamento dei fiumi e dei laghi, per eccesso di fosfati che causano una proliferazione eccessiva di alghe, che tolgono l'ossigeno all'acqua: ecco alcuni di risultati degli scarichi degli allevamenti di maiali e bovini da macello.

I migliori appezzamenti di terreno e i migliori raccolti di cereali e legumi dei Paesi in via di sviluppo prendono la via dei grandi allevamenti intensivi occidentali. Infatti nel cosiddetto "terzo mondo" i costi sono ancora abbastanza bassi da permettere dei margini agli allevatori. Non importa se poi quello che resta non è sufficiente per il consumo diretto degli abitanti del paese produttore. Questo provoca ovviamente un forte disagio nelle popolazioni di questi paesi, che sfocia spesso in disordini e in guerre. Massacri, emigrazione di massa, degrado sociale e culturale, terrorismo, delinquenza.... sono collegati anche se indirettamente con la produzione di ciò che mangiamo.

Un altro problema sociale collegato con il consumo di carne e alimenti non vegetariani è la condizione di disagio psico-fisico provocata da una dieta sbagliata, da un eccesso di tossine nel corpo, dall'adrenalina "estranea" introdotta con la carne degli animali macellati, come hanno dimostrato parecchi studi sul comportamento alimentare dei giovani "difficili".


Motivi igienico-medici

Il contenuto nutritivo della carne è scarso: circa il 70% di acqua, il 10-20% di proteine complesse e quindi più laboriose da digerire e utilizzare, 10% o più di grassi saturi e colesterolo, niente amidi o zuccheri (le sostanze che di solito l'organismo usa per produrre energia). Pochi sali minerali, poche vitamine, niente fibre alimentari. In compenso, molti residui di pesticidi, insetticidi, scorie di lavorazione, concimi chimici, metalli pesanti e altre sostanze inquinanti (che l'organismo animale accumula sia dal cibo che dall'ambiente), oltre ai medicinali (antibiotici, tranquillanti, ormoni, sostanze anemizzanti usate per ottenere una carne "bella bianca" in vitelli e volatili) normalmente aggiunti al foraggio, e alle tossine prodotte dall'organismo stesso degli animali in condizioni di stress e di sofferenza. Un discorso a parte merita l'adrenalina non smaltita dall'animale al momento della morte, e che resta nei tessuti, passando direttamente nell'organismo di chi mangia la carne: l'adrenalina, una delle più potenti endorfine prodotte dagli organismi viventi, è una sostanza neurotrasmettitrice che stimola l'aggressività. Come gli esseri umani, gli animali producono oltre all'adrenalina numerosi altri neurotrasmettitori che inducono le "sensazioni" di sofferenza, disperazione, alienazione e così via.

Ma torniamo alle proteine. Il nostro organismo non è in grado di assimilare e utilizzare le proteine così come sono, ma deve scomporle in aminoacidi essenziali; in questo processo vengono liberate delle tossine e delle sostanze di scarto. Le proteine animali sono più complesse di quelle vegetali, e quindi più difficili da utilizzare. La gamma di aminoacidi essenziali contenuti nella carne si trova anche nelle proteine della soia, delle arachidi e persino dell'ortica individualmente, e in moltissimi altri alimenti vegetali in consociazione tra loro (cereali e legumi, oppure cereali e noci consumati insieme). Il "mito delle proteine" è ormai stato demolito dalla scienza moderna: per un adulto di peso medio sono sufficienti 50 gr. di proteine al giorno, ottenibili in modo completo e facile in un'alimentazione vegetariana varia ed equilibrata.

Comunque, anche se il contenuto nutritivo della carne potesse giustificare un suo consumo regolare, vale la pena di analizzare le differenze fondamentali tra l'organismo degli animali carnivori e quello degli esseri umani. Ricordiamo che le popolazioni tradizionalmente vegetariane sono sempre state le più longeve e le più sane (come gli Hunza del Kashmir), mentre quelle tradizionalmente carnivore (come gli Esquimesi) hanno una vita media molto breve.

1) L'intestino umano è molto più lungo di quello dei carnivori. Un intestino corto permette alle feci contenenti i residui della carne di essere espulsi velocemente, prima che vadano in putrefazione e compromettano la funzionalità e l'integrità dell'organo. Questo è il motivo per cui nei paesi dove si consuma più carne ci sono più casi di cancro all'intestino, coliti, diverticoliti e cc. Inoltre, la mancanza di fibre alimentari nella carne causa sempre stitichezza, con i soliti problemi collegati.

2) L'acido cloridrico prodotto dallo stomaco umano è inferiore come quantità (di 20 volte) rispetto a quello prodotto dallo stomaco di un carnivoro. L'acido cloridrico serve a "sciogliere" i tessuti della carne e a disfarla, altrimenti non potrebbe essere digerita affatto. Un essere umano che mangia carne tende istintivamente ad accompagnarla con alimenti (alcolici, eccesso di zuccheri e carboidrati raffinati) che creano un ambiente estremamente acido nello stomaco. Il problema è che è troppo acido, per il nostro stomaco: da qui ulcere, cattiva digestione e tutti i problemi collegati.

3) Altre caratteristiche anatomiche importanti distinguono l'uomo (e altri animali vegetariani) dagli animali carnivori: il fatto che i carnivori sudano attraverso la lingua e non attraverso la pelle (non hanno pori), il fatto che i carnivori possiedono canini molto più sviluppati e "progettati" per uccidere e sbranare, mentre gli esseri umani -- come altri animali vegetariani a preferenza frugivora -- hanno grossi molari piatti per schiacciare e macinare frutta, semi e altri cibi vegetali. Inoltre i carnivori hanno una saliva acida e mancano completamente dell'enzima che serve invece a digerire i cereali (ptialina), e ghiandole salivari molto più piccole delle nostre. Infine, la presenza di artigli e la capacità di vedere meglio di notte permettono ai predatori di cacciare meglio. L'uomo non è in grado, anatomicamente e fisiologicamente, di predare e mangiare animali più grossi dei topi. Se vogliamo introdurre la "civilizzazione" come argomento a sostegno delle capacità umane nella caccia, ricordiamo che la cosiddetta "civilizzazione" ci permette anche di ignorare completamente i nostri istinti naturali (i bambini piccoli di solito fanno sempre storie quando viene loro propinata la carne per la prima volta, e nessuno sente l'acquolina in bocca vedendo per strada un gatto morto), fino a farci assumere sostanze estremamente dannose per il nostro organismo (come certe droghe e sostanze psicotrope). Questa stessa "civilizzazione" permette di dar da mangiare a mucche e pecore (animali notoriamente erbivori) scarti della macellazione di altri animali ... naturalmente in questo modo si ottengono a lungo andare dei danni genetici, come la famosa encefalite spongiforme, detta "il morbo delle vacche pazze" che distrugge il sistema nervoso e può essere trasmessa anche all'uomo attraverso il consumo della carne dell'animale malato.

4) L'organismo degli animali carnivori sintetizza vitamine che l'essere umano non può sintetizzare, e viceversa. Lo sapevate che i gatti vengono uccisi dalla vitamina C? Un vegetariano può trovare tutto il ferro, le vitamine del gruppo B e le altre sostanze necessarie alla salute in moltissimi alimenti vegetariani, specialmente in quelli integrali. La denutrizione e la malnutrizione non sono caratteristiche dell'alimentazione vegetariana, bensì di una dieta che non comprende neppure gli ingredienti vegetali necessari alla salute. Ci sono molte persone anche obese, che consumano carne e altre sostanze non vegetariane, gravemente sofferenti di carenze alimentari poiché non assumono una quantità sufficiente di frutta e verdura fresca...


Motivi etici, filosofici, religiosi

La violenza inutile perpetrata sui deboli e sugli indifesi porta chi la compie a soffocare in sé il rispetto verso la vita, la sensibilità e la compassione, il senso della misura, il senso della giustizia. Le terribili condizioni di vita e di morte imposte oggi a milioni di animali "da macello" (segregazione, riproduzione artificiale, modificazioni genetiche, allevamenti intensivi, mattatoi) ricordano dolorosamente quelle dei lager nazisti, e non hanno nessuna vera necessità tranne quella del profitto per gli allevatori: perciò rappresentano per i vegetariani "etici" un vero e proprio crimine.

Tutte le grandi religioni consigliano all'uomo di non nutrirsi di morte. Tra i cristiani di oggi gli Avventisti, il movimento cattolico antispecista e tutti quei gruppi che cercano di tornare al cristianesimo delle origini (Vita Universale ecc.); tra gli ebrei numerosi maestri tra cui Pinchas Peli, come spiega esaurientemente la Jewish Vegetarian Society; e naturalmente i buddhisti, i jainisti e infine gli induisti, che sono vegetariani da millenni e che rappresentano la maggioranza dei vegetariani etici sul pianeta. Tanto che negli ultimi venti anni i vari movimenti filoinduisti hanno diffuso notevolmente il vegetarianesimo etico in occidente. Ma anche molti filosofi di ieri e di oggi (che non seguivano una particolare religione) si sono schierati dalla parte dei vegetariani.

Citiamo solo alcuni tra i vegetariani più illustri: Buddha, Clemente di Alessandria, Diogene, Edison, Einstein, Franklin, Gandhi, Kafka, Leonardo da Vinci, Lutero, Ovidio, Origene, Pitagora, Platone, Plotino, Plutarco, Schopenhauer, Seneca, Shaw, Shelley, Socrate, Thoreau, Tolstoy, Voltaire. Anche nel mondo contemporaneo la lista dei personaggi famosi che si sono dichiarati apertamente vegetariani è molto lunga, e comprende sia attori e attrici che musicisti, atleti, uomini politici, scrittori e intellettuali, eccetera.


Motivi edonistici

Sì: essere vegetariani è molto più piacevole che mangiare carne. Spesso i detrattori dell'alimentazione vegetariana parlano di "rinuncia", "divieti", "limitazioni", ma in realtà è possibile godere della vita soltanto quando si è sani, ed è possibile gustare veramente i sapori quando le nostre papille gustative e il nostro olfatto non sono ottusi da sostanze innaturali e dannose per la nostra salute. I cibi dal sapore gradito non mancano affatto nel regno vegetale, anzi, la maggior parte dei sapori caratteristici di carne, pesce e uova possono essere ricreati facilmente, con grande precisione, con alimenti completamente vegetariani. Provate a cuocere in forno delle patate alle erbe aromatiche (salvia, rosmarino, alloro, timo), un cucchiaio di salsa di soia, un cucchiaio di sesamo tritato e margarina vegetale: chi entrerà in casa vostra sarà convintissimo che stiate cucinando del pollo arrosto! La serie dei cosiddetti "sostituti" è quasi infinita: ma perché chiamarli sostituti? Il loro sapore, la loro consistenza, il loro valore nutritivo è fine a sé stesso, e risultano gradevoli anche a coloro che non hanno mai assaggiato la loro "controparte" non vegetariana... semplicemente non gliene evocano il ricordo! Non soltanto: mentre i vegetali sono capaci di interpretare la parte normalmente affidata agli alimenti non vegetariani, non si può dire che gli alimenti non vegetariani possano sostituire decentemente gli alimenti vegetali...

Gli alimenti vegetali sono fonte di gioia e soddisfazione in ogni fase della loro preparazione: dalla coltivazione alla raccolta, al trasporto, all'acquisto, alla pulizia, alla cottura, al consumo... i colori, i profumi, le sensazioni tattili sono invitanti e piacevoli. Certamente non si può dire la stessa cosa degli alimenti non vegetariani...

© Parama Karuna (e-mail: pavanveg@dte.vsnl.net.in)

Questo articolo è tratto dal libretto "Perché vegetariani" della serie "I libretti verdi di Parama Karuna".
Se siete interessati agli altri titoli, ci sono libretti monografici sia di ricette che di cultura vegetariana che di medicina naturale (strettamente vegetariana).
Vi segnaliamo inoltre due altri libretti pubblicati in Italia:
- Fast Food vegetariano, ed. Stampa Alternativa
- La cucina vegetariana indiana, collana I Nuovi Delfini, ed. Futura gruppo Jackson


Si ringrazia Parama Karuna per l'articolo pubblicato su questo sito.

Sul web sono reperibili anche altri articoli di Parama Karuna: http://www.sfairos.it/Parama_Karuna.htm
 

 




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