Carnivoro o vegano?
PER UNA DIETA ANTI-CO2
Carnivoro o vegano? Il dilemma dell'ambientalista duro e puro
Una dieta vegana ha 5 volte meno emissioni di una con carne rossa tutti i giorni. Ma la scelta resta individuale
Un’alimentazione che prevede carne rossa quotidianamente inquina cinque volte di più di un’alimentazione vegetariana. L’italiano che mangia carne contribuisce con 1.778 chilogrammi di CO2 all’anno al bilancio delle emissioni complessive nazionali, mentre chi ha scelto di eliminare bistecche e insaccati produce 600 chili di anidride carbonica. Ma la forbice va da 600 chili di gas serra per le diete lacto-ovo-vegetariane (che prevedono dunque i derivati animali come uova, yogurt, latte e formaggi) a 3 mila per quelle a base di carne rossa ogni giorno. Per questo una scelta carnivora giornaliera inquina cinque volte di più di un regime alimentare vegetariano.
RAPPORTO - Questi dati emergono dal Rapporto Italia Eurispes che evidenzia anche come l'attuale sistema agroindustriale italiano sia uno dei meno efficienti dal punto di vista energetico: consuma più energia di quanta ne riesca a produrre. Il rapporto mette in luce come il contributo alle emissioni provenienti del settore agroalimentare in Italia sia pari a 104 gigatonnellate di CO2, il 18,8% del totale nazionale: nel settore agroalimentare nazionale, la produzione agricola è quella che ha l’incidenza maggiore con il 45,3%, seguita dai trasporti con il 19,1%. Se si considera che buona parte dei terreni coltivabili (nel mondo) sono destinati a foraggio per gli animali da allevamento, mentre 800 milioni di persone soffrono la fame, si capisce come diventare vegetariani potrebbe fare bene non solo all’ambiente.
SCELTA SOGGETIVA - La scelta è, naturalmente, soggettiva. Una campagna di sensibilizzazione – il MercoledìVeg - sull’impatto delle nostre scelte alimentari l’ha lanciata pochi giorni fa la Lega anti vivisezione (Lav) in collaborazione con Erbolario, da anni azienda partner della Lav. L’idea è semplice. A chi non intende rinunciare alla carne, la Lav propone di evitarla un giorno alla settimana, il mercoledì, appunto. O, meglio ancora, eliminare per un giorno tutti gli alimenti di origine animale optando per una scelta vegana, che significa evitare ogni alimento derivato dallo sfruttamento e dalla sofferenza animale.
RISPARMI - «Se adottassimo sia nella ristorazione privata, sia in quella collettiva un menù completamente vegetale un giorno alla settimana, realizzeremmo un importante abbattimento delle emissioni di gas serra e dell’impiego delle risorse idriche», hanno spiegato Gianluca Felicetti, presidente Lav, e Franco Bergamaschi, co-fondatore dell’Erbolario presentando l’iniziativa. «Ogni pasto tutto vegetale permette di risparmiare 1.656 grammi di emissioni equivalenti di CO2 e acqua pari a 32 docce rispetto a un menù con carne», ha aggiunto Felicetti. «Un anno di mercoledìVeg, dal punto di vista individuale, significherebbe che ciascuno di noi rispermierebbe l’equivalente del consumo di una lampadina accesa ininterrottamente per 277 giorni. Se tutti gli italiani adottassero il mercoledìVeg, in un anno risparmieremmo acqua pari a oltre 3 milioni di piscine olimpioniche ed emissioni di CO2 pari a 180.822 giri intorno all’Italia percorsi con un Suv. Oltre alle vite di decine di milioni di animali».
SALUTE - Non interessa il benessere degli animali e nemmeno quello del pianeta? L’oncologo Umberto Veronesi, vegetariano convinto e sostenitore dell’alimentazione vegetariana, spiega nella prefazione a Cucina vegana dello chef Simone Salvini: «Il 30% dei tumori è dovuto a un’alimentazione troppo ricca di grassi saturi, quelli di origine animale. Al contrario frutta e verdura sono scrigni di preziose sostanze che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di “diluirne” la formazione e di ridurre la proliferazione delle cellule malate. Gli antiossidanti proteggono l’organismo dai radicali liberi, molecole che per la loro instabilità chimica possono alterare la struttura delle membrane cellulari e del materiale genetico. Questo spiega perché la dieta vegetariana è altamente protettiva e perché di solito i vegetariani vivono più a lungo degli onnivori».
Anna Tagliacarne
18 febbraio 2013 (modifica il 19 febbraio 2013)
Fonte: http://www.corriere.it/ambiente/13_febbraio_19/vegetariani-dieta-carne-emissioni-co2_c7826f5a-79e8-11e2-9a1e-b7381312d669.shtml
Carnivoro o vegano? Il dilemma dell'ambientalista duro e puro
Una dieta vegana ha 5 volte meno emissioni di una con carne rossa tutti i giorni. Ma la scelta resta individuale
Un’alimentazione che prevede carne rossa quotidianamente inquina cinque volte di più di un’alimentazione vegetariana. L’italiano che mangia carne contribuisce con 1.778 chilogrammi di CO2 all’anno al bilancio delle emissioni complessive nazionali, mentre chi ha scelto di eliminare bistecche e insaccati produce 600 chili di anidride carbonica. Ma la forbice va da 600 chili di gas serra per le diete lacto-ovo-vegetariane (che prevedono dunque i derivati animali come uova, yogurt, latte e formaggi) a 3 mila per quelle a base di carne rossa ogni giorno. Per questo una scelta carnivora giornaliera inquina cinque volte di più di un regime alimentare vegetariano.
RAPPORTO - Questi dati emergono dal Rapporto Italia Eurispes che evidenzia anche come l'attuale sistema agroindustriale italiano sia uno dei meno efficienti dal punto di vista energetico: consuma più energia di quanta ne riesca a produrre. Il rapporto mette in luce come il contributo alle emissioni provenienti del settore agroalimentare in Italia sia pari a 104 gigatonnellate di CO2, il 18,8% del totale nazionale: nel settore agroalimentare nazionale, la produzione agricola è quella che ha l’incidenza maggiore con il 45,3%, seguita dai trasporti con il 19,1%. Se si considera che buona parte dei terreni coltivabili (nel mondo) sono destinati a foraggio per gli animali da allevamento, mentre 800 milioni di persone soffrono la fame, si capisce come diventare vegetariani potrebbe fare bene non solo all’ambiente.
SCELTA SOGGETIVA - La scelta è, naturalmente, soggettiva. Una campagna di sensibilizzazione – il MercoledìVeg - sull’impatto delle nostre scelte alimentari l’ha lanciata pochi giorni fa la Lega anti vivisezione (Lav) in collaborazione con Erbolario, da anni azienda partner della Lav. L’idea è semplice. A chi non intende rinunciare alla carne, la Lav propone di evitarla un giorno alla settimana, il mercoledì, appunto. O, meglio ancora, eliminare per un giorno tutti gli alimenti di origine animale optando per una scelta vegana, che significa evitare ogni alimento derivato dallo sfruttamento e dalla sofferenza animale.
RISPARMI - «Se adottassimo sia nella ristorazione privata, sia in quella collettiva un menù completamente vegetale un giorno alla settimana, realizzeremmo un importante abbattimento delle emissioni di gas serra e dell’impiego delle risorse idriche», hanno spiegato Gianluca Felicetti, presidente Lav, e Franco Bergamaschi, co-fondatore dell’Erbolario presentando l’iniziativa. «Ogni pasto tutto vegetale permette di risparmiare 1.656 grammi di emissioni equivalenti di CO2 e acqua pari a 32 docce rispetto a un menù con carne», ha aggiunto Felicetti. «Un anno di mercoledìVeg, dal punto di vista individuale, significherebbe che ciascuno di noi rispermierebbe l’equivalente del consumo di una lampadina accesa ininterrottamente per 277 giorni. Se tutti gli italiani adottassero il mercoledìVeg, in un anno risparmieremmo acqua pari a oltre 3 milioni di piscine olimpioniche ed emissioni di CO2 pari a 180.822 giri intorno all’Italia percorsi con un Suv. Oltre alle vite di decine di milioni di animali».
SALUTE - Non interessa il benessere degli animali e nemmeno quello del pianeta? L’oncologo Umberto Veronesi, vegetariano convinto e sostenitore dell’alimentazione vegetariana, spiega nella prefazione a Cucina vegana dello chef Simone Salvini: «Il 30% dei tumori è dovuto a un’alimentazione troppo ricca di grassi saturi, quelli di origine animale. Al contrario frutta e verdura sono scrigni di preziose sostanze che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di “diluirne” la formazione e di ridurre la proliferazione delle cellule malate. Gli antiossidanti proteggono l’organismo dai radicali liberi, molecole che per la loro instabilità chimica possono alterare la struttura delle membrane cellulari e del materiale genetico. Questo spiega perché la dieta vegetariana è altamente protettiva e perché di solito i vegetariani vivono più a lungo degli onnivori».
Anna Tagliacarne
18 febbraio 2013 (modifica il 19 febbraio 2013)
Fonte: http://www.corriere.it/ambiente/13_febbraio_19/vegetariani-dieta-carne-emissioni-co2_c7826f5a-79e8-11e2-9a1e-b7381312d669.shtml
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