E' l'uomo responsabile del boom di cinghiali
ISPRA: L'ESPANSIONE DEL NUMERO DI CINGHIALI E' COLPA DELL'UOMO
Martedì, 22 Settembre 2015
SENATO, IL PARERE DELL'ISTITUTO IN COMMISSIONE AMBIENTE
"L'espansione" della popolazione di cinghiali "è attribuibile all'azione dell'uomo".
Così il direttore generale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) Stefano Laporta in audizione in commissione Ambiente del Senato sulla questione ungulati.
C'è stato un notevole "incremento" del numero di questi animali: si è passati da circa 500 mila esemplari nel 2000 a oltre un milione nel 2015.
E' per questo, prosegue, che "in alcune regioni è diventato un problema grave". E questo comporta - ha sottolineato - "rischi a incolumità pubblica e minaccia la biodiversità".
''Spesso è carente la gestione dell'amministrazione pubblica'', ha aggiunto Laporta per il quale serve ''una riduzione drastica del numero di cinghiali usando tutti gli strumenti consentiti dalla norma''.
I punti principali su cui intervenire, secondo l'Ispra, dovrebbero essere questi: amministrazione, parchi e aree protette, agricoltori, cacciatori, mondo ambientalista.
Tra le azioni, ''blocco dell'inserimento di ulteriori cinghiali sul territorio nazionale, risolvere le problematiche delle aree protette'' per le quali basterebbe ''applicare il manuale con le linee guida''.
''Le massime criticità - ha osservato in riferimento alle aree protette - sono l'assenza di strategie e la mancanza di decisioni per gli enti gestori''.
Laporta ricorda come si potrebbero migliorare alcuni ''aspetti sanitari'' della norma.
Tanto che per esempio, secondo l'esperto dell'Ispra Piero Genovesi, alcune aree protette non riescono a trattare ''in modo corretto'' dal punto di vista sanitario sia gli animali vivi che le carcasse. Infine per Laporta serve ''una gestione continua e attenta tutto l'anno''.
"Dobbiamo avere una capacità di monitoraggio'' ma ''da almeno 50 anni'' questo tipo di ''problemi passano inosservati'', ha detto dal canto suo il presidente dell'Istituto Bernardo De Bernardinis in audizione a Palazzo Madama.
''Come facciamo a riportare un equilibrio naturale che l'uomo ha per l'ennesima volta destabilizzato?", si domanda di De Bernardinis che per questo motivo chiede ancora ''l'attenzione'' della commissione per l'Ispra.
Fonte: nelcuore.org
Martedì, 22 Settembre 2015
SENATO, IL PARERE DELL'ISTITUTO IN COMMISSIONE AMBIENTE
"L'espansione" della popolazione di cinghiali "è attribuibile all'azione dell'uomo".
Così il direttore generale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) Stefano Laporta in audizione in commissione Ambiente del Senato sulla questione ungulati.
C'è stato un notevole "incremento" del numero di questi animali: si è passati da circa 500 mila esemplari nel 2000 a oltre un milione nel 2015.
E' per questo, prosegue, che "in alcune regioni è diventato un problema grave". E questo comporta - ha sottolineato - "rischi a incolumità pubblica e minaccia la biodiversità".
''Spesso è carente la gestione dell'amministrazione pubblica'', ha aggiunto Laporta per il quale serve ''una riduzione drastica del numero di cinghiali usando tutti gli strumenti consentiti dalla norma''.
I punti principali su cui intervenire, secondo l'Ispra, dovrebbero essere questi: amministrazione, parchi e aree protette, agricoltori, cacciatori, mondo ambientalista.
Tra le azioni, ''blocco dell'inserimento di ulteriori cinghiali sul territorio nazionale, risolvere le problematiche delle aree protette'' per le quali basterebbe ''applicare il manuale con le linee guida''.
''Le massime criticità - ha osservato in riferimento alle aree protette - sono l'assenza di strategie e la mancanza di decisioni per gli enti gestori''.
Laporta ricorda come si potrebbero migliorare alcuni ''aspetti sanitari'' della norma.
Tanto che per esempio, secondo l'esperto dell'Ispra Piero Genovesi, alcune aree protette non riescono a trattare ''in modo corretto'' dal punto di vista sanitario sia gli animali vivi che le carcasse. Infine per Laporta serve ''una gestione continua e attenta tutto l'anno''.
"Dobbiamo avere una capacità di monitoraggio'' ma ''da almeno 50 anni'' questo tipo di ''problemi passano inosservati'', ha detto dal canto suo il presidente dell'Istituto Bernardo De Bernardinis in audizione a Palazzo Madama.
''Come facciamo a riportare un equilibrio naturale che l'uomo ha per l'ennesima volta destabilizzato?", si domanda di De Bernardinis che per questo motivo chiede ancora ''l'attenzione'' della commissione per l'Ispra.
Fonte: nelcuore.org
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