Quello che la TV non dice sul pesce
QUELLO CHE I NUTRIZIONISTI TELEVISIVI NON DICONO SUL PESCE
Franco Libero Manco
Secondo una prassi ormai consolidata, quando in televisione si parla di alimentazione i nutrizionisti dicono ciò che la gente vuol sentirsi dire, celando volutamente gli aspetti negativi di certi prodotti che infastidirebbe un pubblico che vuole avere buone notizie sulla sua cattiva condotta e che probabilmente cambierebbe programma.
Non v’è rubrica di cucina in cui non si raccomanda di consumare il pesce almeno due volte a settimana per garantire al nostro organismo il famigerato Omega 3. Ma i nutrizionisti dimenticano di dire che:
- solo alcuni tipi di pesce contengono modeste quantità di Omega 3 e solo se i pesci sono selvatici e si nutrono di pesci che a loro volta mangiano alghe da dove traggono l’Omega 3;
- se fosse necessario consumare pesce per assicurarsi l’Omega 3, coloro che non ne fanno uso, come i vegani, dovrebbero accusare carenze, invece godono ottima salute dal momento l’Omega 3 nel mondo vegetale è molto più abbondantemente del mondo animale (vedi tabella);
- il pesce è sostanza altamente putrescibile e un alimento è tanto meno ricco di nutrienti quanto più rapido è il suo processo di putrefazione: basta lasciarlo per qualche tempo fuori dal frigo per rendersi conto del fetore, che serve proprio a tenerci lontani da certi prodotti;
- i pesci contengono grassi saturi in quantità maggiore della stessa carne e fa ingrassare allo stesso modo della carne di maiale;
- il pesce spesso contiene mercurio, piombo, cadmio, inquinanti dei rifiuti industriali;
- le immense quantità di mercurio che le industrie scaricano nel mare (circa 10.000 tonnellate all’anno) passa facilmente dal pesce nell’organismo umano. E’ utile ricordare la strage di Minamota (Giappone) del 1952 nella quale morirono 77 persone ed altre 360 rimasero invalide per aver mangiato pesce ricco di mercurio;
- il mercurio, secondo la Food and Drug Administration, contenuto nel grasso può causare malformazione nei neonati, danni renali, deficienza mentale, cancro;
- il pesce contiene molto colesterolo: gamberi e crostacei ne contengono quasi il doppio rispetto alla carne di manzo;
- il pesce per motivi di sicurezza e gusto deve essere cotto, e la cottura denatura gli Omega 3, oltre ad inattivare gli enzimi digestivi;
- il pesce da allevamento contiene residui chimici da farmaci somministrati agli animali per immunizzarli alla malattie e farli crescere più rapidamente possibile, e spesso contiene istamina, un aminoacido che provoca fenomeni allergici;
- il 70% del pesce consumato viene dall’estero e il 40% da allevamento: in Italia si contano circa mille allevamenti di acquicoltura;
- il pesce è carne grassa e i grassi sottoposti a cottura perdono il loro enzima lipase, indispensabile per una loro parziale digetione-assimilazione;
- i pesci sono ricchi di purine (sostanze azotate che fanno aumentare i livelli di acidi urici nel sangue) e di metalli pesanti;
- ma oltre al mercurio deve preoccupare la presenza, nelle cozze, nelle ostriche e nei crostacei, di cadmio e piombo, abbondantemente presenti negli scarichi industriali. Il pesce può anche trasmettere all’uomo la salmonella, larve di tenia e di ascaridi, né la cottura è sufficiente a scongiurare i pericoli in tal senso. Alcuni molluschi possono trasmettere l’epatite virale ed altre malattie infettive. Inoltre in diversi pesci sono state riscontrate anche rilevanti quantità di pesticidi;
- la morte del pesce è tra le più orribili, in qualunque modo avvenga: le convulsioni dell’animale che disperatamente cerca di riconquistare il suo ambiente vitale, sono la più palese manifestazione di dolore;
- tra pochi decenni non ci sarà più pesce nei mari e l’umanità sarà costretta ad attingere al benefico Omega 3 del mondo vegetale;
- mentre la dannosità della carne degli animali terricoli viene riconosciuta anche dagli stessi allevatori e macellai, la dannosità del pesce viene celata per motivi puramente commerciali, per ignoranza o malafede dagli stessi nutrizionisti;
- nel pesce, come in tutti gli animali uccisi violentemente dall’uomo e poi mangiati, vi è il terrore, l’angoscia, la paura dell’animale accumulata durante la sua cattura e la sua uccisione: più e lunga e dolorosa la morte di un animale più è pregna di vibrazioni dannose per chi se ne nutre;
- alcuni animali marini dotati di zampe quando vengono immersi ancora vivi nell’acqua bollente che entra in ogni cavità dell’animale, oppure arrostiti sulla piastra, schizzano via come saette. Sembra che le aragoste siano prive degli analgesici naturali dei mammiferi e quindi che siano ancora più di noi sensibili al dolore;
- per 10 kg di spigole di allevamento occorre sacrificare 100 kg di sardine catturate in mare. Ogni 10 pesci catturati 8 vengono ributtati in mare, morti o agonizzanti, ritenuti non commestibili;
- eticamente è molto più grave consumare pesce che carne di animali terricoli. Mentre con la carne di una mucca o di un maiale si possono nutrire centinaia di individui per il pesce è necessario sacrificare molti animali, e il valore di un animale non è in base alla sua dimensione corporea;
- la pesca sportiva è un vero e proprio passatempo per gente stupida, insensibile e crudele. L’amo che viene estratto dalla bocca del pesce che si contorce dallo spasimo, e che lacera anche parte della testa, è paragonabile ad un arpione conficcato nella bocca di un uomo che viene brutalmente estratto fracassandogli le mandibole, la fronte ed il cervello per poi somministrargli con un pò d’acqua pochi grammi di ossigeno per prolungare il più possibile la sua vita e quindi la sua agonia.
Se noi umani potessimo udire il grido di dolore dei pesci agonizzanti nelle reti un uragano di terrore coprirebbe la faccia della terra e nessuno più oserebbe uccidere o mangiare le creature del mare.
Presenza di Omega 3 (mg/100) nei vegetali
Olio di semi di lino: 66
Semi di lino: 32
Olio di canapa: 18
Olio di noce: 14
Soia cotta: 11
Olio di soia: 7,60
Noce: 6,50
Germe di grano: 5,40
Semi di zucca: 5
Latte di soia: 4
Fagioli di soia secchi: 1,3
Olio ex. verg. d’oliva: 1
Mandorle: 0,3
Nocciole: 0,1
I Pesci più ricchi di Omega 3 e più consumati (mg/100)
Sardine fresche: 4
Anguilla: 3,56
Tonno fresco: 2,95
Aringa: 2,1
Salmone: 2
Spigola: 1,26
Storione: 1
Aragosta: 0,7
Orata: 0,67
Sgombro: 0,54
Sogliola: 0,54
Calamaro: 0,4
Giugno 2015
Franco Libero Manco
Secondo una prassi ormai consolidata, quando in televisione si parla di alimentazione i nutrizionisti dicono ciò che la gente vuol sentirsi dire, celando volutamente gli aspetti negativi di certi prodotti che infastidirebbe un pubblico che vuole avere buone notizie sulla sua cattiva condotta e che probabilmente cambierebbe programma.
Non v’è rubrica di cucina in cui non si raccomanda di consumare il pesce almeno due volte a settimana per garantire al nostro organismo il famigerato Omega 3. Ma i nutrizionisti dimenticano di dire che:
- solo alcuni tipi di pesce contengono modeste quantità di Omega 3 e solo se i pesci sono selvatici e si nutrono di pesci che a loro volta mangiano alghe da dove traggono l’Omega 3;
- se fosse necessario consumare pesce per assicurarsi l’Omega 3, coloro che non ne fanno uso, come i vegani, dovrebbero accusare carenze, invece godono ottima salute dal momento l’Omega 3 nel mondo vegetale è molto più abbondantemente del mondo animale (vedi tabella);
- il pesce è sostanza altamente putrescibile e un alimento è tanto meno ricco di nutrienti quanto più rapido è il suo processo di putrefazione: basta lasciarlo per qualche tempo fuori dal frigo per rendersi conto del fetore, che serve proprio a tenerci lontani da certi prodotti;
- i pesci contengono grassi saturi in quantità maggiore della stessa carne e fa ingrassare allo stesso modo della carne di maiale;
- il pesce spesso contiene mercurio, piombo, cadmio, inquinanti dei rifiuti industriali;
- le immense quantità di mercurio che le industrie scaricano nel mare (circa 10.000 tonnellate all’anno) passa facilmente dal pesce nell’organismo umano. E’ utile ricordare la strage di Minamota (Giappone) del 1952 nella quale morirono 77 persone ed altre 360 rimasero invalide per aver mangiato pesce ricco di mercurio;
- il mercurio, secondo la Food and Drug Administration, contenuto nel grasso può causare malformazione nei neonati, danni renali, deficienza mentale, cancro;
- il pesce contiene molto colesterolo: gamberi e crostacei ne contengono quasi il doppio rispetto alla carne di manzo;
- il pesce per motivi di sicurezza e gusto deve essere cotto, e la cottura denatura gli Omega 3, oltre ad inattivare gli enzimi digestivi;
- il pesce da allevamento contiene residui chimici da farmaci somministrati agli animali per immunizzarli alla malattie e farli crescere più rapidamente possibile, e spesso contiene istamina, un aminoacido che provoca fenomeni allergici;
- il 70% del pesce consumato viene dall’estero e il 40% da allevamento: in Italia si contano circa mille allevamenti di acquicoltura;
- il pesce è carne grassa e i grassi sottoposti a cottura perdono il loro enzima lipase, indispensabile per una loro parziale digetione-assimilazione;
- i pesci sono ricchi di purine (sostanze azotate che fanno aumentare i livelli di acidi urici nel sangue) e di metalli pesanti;
- ma oltre al mercurio deve preoccupare la presenza, nelle cozze, nelle ostriche e nei crostacei, di cadmio e piombo, abbondantemente presenti negli scarichi industriali. Il pesce può anche trasmettere all’uomo la salmonella, larve di tenia e di ascaridi, né la cottura è sufficiente a scongiurare i pericoli in tal senso. Alcuni molluschi possono trasmettere l’epatite virale ed altre malattie infettive. Inoltre in diversi pesci sono state riscontrate anche rilevanti quantità di pesticidi;
- la morte del pesce è tra le più orribili, in qualunque modo avvenga: le convulsioni dell’animale che disperatamente cerca di riconquistare il suo ambiente vitale, sono la più palese manifestazione di dolore;
- tra pochi decenni non ci sarà più pesce nei mari e l’umanità sarà costretta ad attingere al benefico Omega 3 del mondo vegetale;
- mentre la dannosità della carne degli animali terricoli viene riconosciuta anche dagli stessi allevatori e macellai, la dannosità del pesce viene celata per motivi puramente commerciali, per ignoranza o malafede dagli stessi nutrizionisti;
- nel pesce, come in tutti gli animali uccisi violentemente dall’uomo e poi mangiati, vi è il terrore, l’angoscia, la paura dell’animale accumulata durante la sua cattura e la sua uccisione: più e lunga e dolorosa la morte di un animale più è pregna di vibrazioni dannose per chi se ne nutre;
- alcuni animali marini dotati di zampe quando vengono immersi ancora vivi nell’acqua bollente che entra in ogni cavità dell’animale, oppure arrostiti sulla piastra, schizzano via come saette. Sembra che le aragoste siano prive degli analgesici naturali dei mammiferi e quindi che siano ancora più di noi sensibili al dolore;
- per 10 kg di spigole di allevamento occorre sacrificare 100 kg di sardine catturate in mare. Ogni 10 pesci catturati 8 vengono ributtati in mare, morti o agonizzanti, ritenuti non commestibili;
- eticamente è molto più grave consumare pesce che carne di animali terricoli. Mentre con la carne di una mucca o di un maiale si possono nutrire centinaia di individui per il pesce è necessario sacrificare molti animali, e il valore di un animale non è in base alla sua dimensione corporea;
- la pesca sportiva è un vero e proprio passatempo per gente stupida, insensibile e crudele. L’amo che viene estratto dalla bocca del pesce che si contorce dallo spasimo, e che lacera anche parte della testa, è paragonabile ad un arpione conficcato nella bocca di un uomo che viene brutalmente estratto fracassandogli le mandibole, la fronte ed il cervello per poi somministrargli con un pò d’acqua pochi grammi di ossigeno per prolungare il più possibile la sua vita e quindi la sua agonia.
Se noi umani potessimo udire il grido di dolore dei pesci agonizzanti nelle reti un uragano di terrore coprirebbe la faccia della terra e nessuno più oserebbe uccidere o mangiare le creature del mare.
Presenza di Omega 3 (mg/100) nei vegetali
Olio di semi di lino: 66
Semi di lino: 32
Olio di canapa: 18
Olio di noce: 14
Soia cotta: 11
Olio di soia: 7,60
Noce: 6,50
Germe di grano: 5,40
Semi di zucca: 5
Latte di soia: 4
Fagioli di soia secchi: 1,3
Olio ex. verg. d’oliva: 1
Mandorle: 0,3
Nocciole: 0,1
I Pesci più ricchi di Omega 3 e più consumati (mg/100)
Sardine fresche: 4
Anguilla: 3,56
Tonno fresco: 2,95
Aringa: 2,1
Salmone: 2
Spigola: 1,26
Storione: 1
Aragosta: 0,7
Orata: 0,67
Sgombro: 0,54
Sogliola: 0,54
Calamaro: 0,4
Giugno 2015
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