Cuore umano su chip sostituisce gli animali
USA, CUORE UMANO CHE BATTE SU UN CHIP PER TESTARE NUOVI FARMACI
Lunedì, 09 Marzo 2015
I ricercatori di Berkeley: test su animali sono inaffidabili
I bioingegneri dell'University of California (Berkeley), guidati da Kevin Healy, sono riusciti a mettere un cuore umano che batte su un chip.
Una ricerca eccezionale, pubblicata sulla rivista "Scientific Reports" e corredata da un video, che è destinata a semplificare gli studi su nuovi farmaci e terapie.
Il gruppo di studiosi ha realizzato una rete di cellule muscolari cardiache pulsanti, "ospitate" in un piccolo dispositivo di silicone, che riproduce in modo efficace il tessuto del cuore umano. E non solo: gli scienziati hanno dimostrato la fattibilità di questo sistema come nuovo strumento di screening per i medicinali, testandolo con noti farmaci cardiovascolari.
Dunque, la banca degli "organi su chip" vede ora una "new entry", che rappresenta un importante passo avanti nello sviluppo di metodi accurati e più veloci per testare la tossicità e la sicurezza dei farmaci.
Il progetto è finanziato attraverso il "Tissue chip for drug screening initiative", una collaborazione lanciata dai "National institutes of health" per sviluppare chip 3D dei diversi tessuti umani. Un lavoro che punta a rivoluzionare la ricerca.
"In ultima analisi, questi chip potrebbero sostituire l'uso di animali per lo screening della sicurezza e dell'efficacia dei farmaci", sintetizza Healy.
Gli autori dello studio sono partiti da un dato preoccupante: il tasso di fallimenti associato con l'uso di modelli animali non umani per prevedere le reazioni dell'uomo a nuovi farmaci.
In gran parte questo è dovuto a differenze fondamentali nella biologia tra le specie, dicono i ricercatori.
Dettagli biologici che variano - nel numero e nel tipo - tra esseri umani e altri animali, come i canali ionici.
"Molti farmaci cardiovascolari bersagliano questi canali, quindi queste differenze spesso sfociano in esperimenti inefficienti e costosi, che non forniscono risposte precise sulla tossicità di un farmaco negli esseri umani", ha detto Healy.
"Ci vogliono circa cinque miliardi di dollari in media per sviluppare un farmaco, e il 60% di questa cifra proviene dai costi iniziali della ricerca. Utilizzando un modello ben progettato di un organo umano - aggiunge - si potrebbero ridurre significativamente la spesa e il tempo necessari a portare un nuovo farmaco sul mercato".
Fonte: Nel cuore.org
Lunedì, 09 Marzo 2015
I ricercatori di Berkeley: test su animali sono inaffidabili
I bioingegneri dell'University of California (Berkeley), guidati da Kevin Healy, sono riusciti a mettere un cuore umano che batte su un chip.
Una ricerca eccezionale, pubblicata sulla rivista "Scientific Reports" e corredata da un video, che è destinata a semplificare gli studi su nuovi farmaci e terapie.
Il gruppo di studiosi ha realizzato una rete di cellule muscolari cardiache pulsanti, "ospitate" in un piccolo dispositivo di silicone, che riproduce in modo efficace il tessuto del cuore umano. E non solo: gli scienziati hanno dimostrato la fattibilità di questo sistema come nuovo strumento di screening per i medicinali, testandolo con noti farmaci cardiovascolari.
Dunque, la banca degli "organi su chip" vede ora una "new entry", che rappresenta un importante passo avanti nello sviluppo di metodi accurati e più veloci per testare la tossicità e la sicurezza dei farmaci.
Il progetto è finanziato attraverso il "Tissue chip for drug screening initiative", una collaborazione lanciata dai "National institutes of health" per sviluppare chip 3D dei diversi tessuti umani. Un lavoro che punta a rivoluzionare la ricerca.
"In ultima analisi, questi chip potrebbero sostituire l'uso di animali per lo screening della sicurezza e dell'efficacia dei farmaci", sintetizza Healy.
Gli autori dello studio sono partiti da un dato preoccupante: il tasso di fallimenti associato con l'uso di modelli animali non umani per prevedere le reazioni dell'uomo a nuovi farmaci.
In gran parte questo è dovuto a differenze fondamentali nella biologia tra le specie, dicono i ricercatori.
Dettagli biologici che variano - nel numero e nel tipo - tra esseri umani e altri animali, come i canali ionici.
"Molti farmaci cardiovascolari bersagliano questi canali, quindi queste differenze spesso sfociano in esperimenti inefficienti e costosi, che non forniscono risposte precise sulla tossicità di un farmaco negli esseri umani", ha detto Healy.
"Ci vogliono circa cinque miliardi di dollari in media per sviluppare un farmaco, e il 60% di questa cifra proviene dai costi iniziali della ricerca. Utilizzando un modello ben progettato di un organo umano - aggiunge - si potrebbero ridurre significativamente la spesa e il tempo necessari a portare un nuovo farmaco sul mercato".
Fonte: Nel cuore.org
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