La carne sarà motivo di sventure
di Franco Libero Manco
Il 20% dell’umanità può concedersi il lusso di consumare enormi quantità di carne perché l’80% vive nella miseria. La carne risulta essere la sostanza più nociva, più dispendiosa ed antieconomica dell’alimentazione umana.. Il costante incremento demografico apre prospettive inquietanti: se tutta l’umanità consumasse lo stesso quantitativo di carne degli occidentali sarebbero necessari atri 7 pianeti come il nostro per produrre gli alimenti consumati dagli animali d’allevamento e smaltire i rifiuti che producono. Il progressivo decadimento della salute umana, l’ormai insostenibile inquinamento generale, la distruzione dell’ambiente e l’enorme spreco di risorse che ne consegue, sono da attribuire principalmente all’uso della carne consumata solo da un quinto dell’umanità: se anche il resto della popolazione umana dovesse adottare lo stile di vita degli occidentali si aprirebbero prospettive inquietanti.
Effetti sull’ambiente: il 75% della foresta amazzonica è già stata distrutta per essere adibita a pascolo. Il 25% delle terre del pianeta è già occupato dagli animali d’allevamento. L’adozione di allevamenti di tipo tradizionale richiederebbe superfici molto maggiori. Per ogni hamburger occorre sacrificare 6 metri quadrati foresta e questo genera l’immissione di 75 chili di gas. 100 milioni di tonnellate di metano vengono prodotte ogni anno dagli animali d’allevamento che unitamente all’ammoniaca, derivante dagli escrementi e dagli scarichi delle concerie, causano: piogge acide, riduzione della biodiversità, erosione del terreno, effetto serra. Complessivamente ogni giorno si scaricano nell’aria 40 milioni di metri cubi di anidride carbonica. L’inquinamento generato dall’industria della carne supera quello di tutti i veicoli del mondo, compresi gli aerei. Il biossido di carbonio generato per produrre una sola bistecca è pari alla quantità emessa da un’automobile per 40 km.
Effetti sulla salute: l’industria della carne in Usa ha causato più morti di tutte le guerre del secolo scorso: un terzo della popolazione in Usa muore per cause alimentari; la principale causa di morte negli USA sono le malattie cardiache. Secondo l’OMS ogni anno muoiono nel mondo 17 milioni di persone per infarto. Eliminando il consumo di carne si ottiene una riduzione del rischio di infarto del 90%; da questo si deduce che i grassi e le proteine animali sono i maggiori imputati. L’alimentazione carnea risulta correlata alle seguenti patologie: negli Stati Uniti 42 milioni di individui soffrono di ipertensione; l’80% sono effetti da reumatismi; 3 persone su 4 sono colpite da infarto o cancro; il 50% della gente ha problemi digestivi cronici: La costipazione colpisce 190 milioni di individui, cioè 9 persone su 10; un terzo della popolazione è soprappeso; un terzo degli americani è carente di calcio. E la situazione in Europa non è molto dissimile.
Effetti sull’economia: in Usa il 12%del PIL viene assorbito per combattere le malattie dovute alla cattiva alimentazione. il 75% della spesa sanitaria in Italia e in Europa viene assorbita per neutralizzare gli effetti della cattiva alimentazione. La rendita dei prodotti carnei, compreso il pesce, è 10 volte inferiore rispetto ai prodotti vegetali.
Energia: un terzo di tutta l’energia prodotta in Occidente viene assorbita dall’industria della carne. Solo il 20% dell’energia totale utilizzata in agricoltura è destinata a produrre vegetali consumati dall’uomo, il restante 80% viene consumato dagli animali. Per produrre carne di maiale si consuma 15 volte più energia di quanto occorre per produrre frutta e verdura. Un solo hamburger assorbe energia quanto una lampada che illumina una stanza per 100 ore.
Inquinamento: l’aria, la terra, i fiumi ed i mari sono contaminati dalle deiezioni degli animali che producono escrementi quanto 130 volte l’intero genere umano. A causa dell’inquinamento il mare è in agonia, migliaia di laghi sono biologicamente morti ed altri stanno morendo; i ghiacciai si stanno sciogliendo con effetti preoccupanti per le località costiere coinvolte. Gran parte delle specie marine sono in pauroso declino ed in fase di estinzione. Per consumare 1 kg pesce di acquicoltura (com’è la stragrande maggioranza del pesce consumato) occorre sacrificare 4 kg di pesce pescato. L’adozione del sistema vegetariano ridurrebbe notevolmente gli effetti ecologici sul pianeta.
Carenza di acqua potabile: l’allevamento intensivo di animali necessita del 70% di acqua in più delle coltivazioni vegetali. Per produrre 1 kg di carne si consumano 50.000 litri di acqua mentre per produrre 1 kg di cereali sono sufficienti 200 litri di acqua. L’acqua che una persona onnivora consuma in un mese è sufficiente ad un vegetariano per un anno. Si risparmia più acqua rinunciando ad una bistecca che fare la doccia per un anno.
Sperpero di risorse: occorrono 21 kg di proteine animali per produrre 1 kg di proteine vegetali. Ogni anno bovini, suini e polli allevati per l’alimentazione umana consumano 145 milioni di tonnellate di cereali, mais e soia, di questi solo 21 milioni di tonnellate si trasformano in cibo, il resto, 124 milioni di tonnellate, vanno perse. Le percentuali degli elementi nutritivi perduti a causa degli allevamenti sono: proteine 90%; carboidrati 99%; fibre 100%. La dieta carnea fa consumare 8-10 volte più sostanze di quella vegetariana: l’adozione su vasta scala della dieta a base di carne porterebbe il pianeta ad una fine immediata. Negli ultimi 7 anni il consumo di cereali ha superato la produzione, intaccando così le scorte. Nel mondo vi sono 1,3 miliardi di soli bovini ognuno dei quali consuma derrate alimentari quanto 12 persone, cioè quanto 15 miliardi di individui.
Tutto questo succede perché, ribadisco, il 20% dell’umanità usa mangiare la carne, ma che cosa succederà quando i paesi poveri emergenti approderanno al consumismo? I conflitti armati e la violenza umana spesso scaturiscono dalla carenza di risorse alimentari ed energetiche e mantengono l’umanità sotto un costante stato di tensione e di guerra. Gli allevamenti di animali, con la necessità di adibire a pascolo sempre nuove terre, sono causa di contrasti, invasioni e guerre. Quando Glucone chiede a Socrate perché nella festa aveva escluso la carne, gli spiega la relazione tra alimentazione carnea e guerra. Diceva che gli allevamenti sottraggono terra all’agricoltura, richiedono nuovi spazi e costringono le città ad invadere i paesi vicini. Fu infatti la necessità di vaste aree dove pascolare gli animali ad indurre la guerra nei modelli antecedenti la civiltà. Parafrasando Leonardo da Vinci si può dire “verrà il tempo in cui consumare carme sarà considerato un crimine contro l’umanità”.
Il 20% dell’umanità può concedersi il lusso di consumare enormi quantità di carne perché l’80% vive nella miseria. La carne risulta essere la sostanza più nociva, più dispendiosa ed antieconomica dell’alimentazione umana.. Il costante incremento demografico apre prospettive inquietanti: se tutta l’umanità consumasse lo stesso quantitativo di carne degli occidentali sarebbero necessari atri 7 pianeti come il nostro per produrre gli alimenti consumati dagli animali d’allevamento e smaltire i rifiuti che producono. Il progressivo decadimento della salute umana, l’ormai insostenibile inquinamento generale, la distruzione dell’ambiente e l’enorme spreco di risorse che ne consegue, sono da attribuire principalmente all’uso della carne consumata solo da un quinto dell’umanità: se anche il resto della popolazione umana dovesse adottare lo stile di vita degli occidentali si aprirebbero prospettive inquietanti.
Effetti sull’ambiente: il 75% della foresta amazzonica è già stata distrutta per essere adibita a pascolo. Il 25% delle terre del pianeta è già occupato dagli animali d’allevamento. L’adozione di allevamenti di tipo tradizionale richiederebbe superfici molto maggiori. Per ogni hamburger occorre sacrificare 6 metri quadrati foresta e questo genera l’immissione di 75 chili di gas. 100 milioni di tonnellate di metano vengono prodotte ogni anno dagli animali d’allevamento che unitamente all’ammoniaca, derivante dagli escrementi e dagli scarichi delle concerie, causano: piogge acide, riduzione della biodiversità, erosione del terreno, effetto serra. Complessivamente ogni giorno si scaricano nell’aria 40 milioni di metri cubi di anidride carbonica. L’inquinamento generato dall’industria della carne supera quello di tutti i veicoli del mondo, compresi gli aerei. Il biossido di carbonio generato per produrre una sola bistecca è pari alla quantità emessa da un’automobile per 40 km.
Effetti sulla salute: l’industria della carne in Usa ha causato più morti di tutte le guerre del secolo scorso: un terzo della popolazione in Usa muore per cause alimentari; la principale causa di morte negli USA sono le malattie cardiache. Secondo l’OMS ogni anno muoiono nel mondo 17 milioni di persone per infarto. Eliminando il consumo di carne si ottiene una riduzione del rischio di infarto del 90%; da questo si deduce che i grassi e le proteine animali sono i maggiori imputati. L’alimentazione carnea risulta correlata alle seguenti patologie: negli Stati Uniti 42 milioni di individui soffrono di ipertensione; l’80% sono effetti da reumatismi; 3 persone su 4 sono colpite da infarto o cancro; il 50% della gente ha problemi digestivi cronici: La costipazione colpisce 190 milioni di individui, cioè 9 persone su 10; un terzo della popolazione è soprappeso; un terzo degli americani è carente di calcio. E la situazione in Europa non è molto dissimile.
Effetti sull’economia: in Usa il 12%del PIL viene assorbito per combattere le malattie dovute alla cattiva alimentazione. il 75% della spesa sanitaria in Italia e in Europa viene assorbita per neutralizzare gli effetti della cattiva alimentazione. La rendita dei prodotti carnei, compreso il pesce, è 10 volte inferiore rispetto ai prodotti vegetali.
Energia: un terzo di tutta l’energia prodotta in Occidente viene assorbita dall’industria della carne. Solo il 20% dell’energia totale utilizzata in agricoltura è destinata a produrre vegetali consumati dall’uomo, il restante 80% viene consumato dagli animali. Per produrre carne di maiale si consuma 15 volte più energia di quanto occorre per produrre frutta e verdura. Un solo hamburger assorbe energia quanto una lampada che illumina una stanza per 100 ore.
Inquinamento: l’aria, la terra, i fiumi ed i mari sono contaminati dalle deiezioni degli animali che producono escrementi quanto 130 volte l’intero genere umano. A causa dell’inquinamento il mare è in agonia, migliaia di laghi sono biologicamente morti ed altri stanno morendo; i ghiacciai si stanno sciogliendo con effetti preoccupanti per le località costiere coinvolte. Gran parte delle specie marine sono in pauroso declino ed in fase di estinzione. Per consumare 1 kg pesce di acquicoltura (com’è la stragrande maggioranza del pesce consumato) occorre sacrificare 4 kg di pesce pescato. L’adozione del sistema vegetariano ridurrebbe notevolmente gli effetti ecologici sul pianeta.
Carenza di acqua potabile: l’allevamento intensivo di animali necessita del 70% di acqua in più delle coltivazioni vegetali. Per produrre 1 kg di carne si consumano 50.000 litri di acqua mentre per produrre 1 kg di cereali sono sufficienti 200 litri di acqua. L’acqua che una persona onnivora consuma in un mese è sufficiente ad un vegetariano per un anno. Si risparmia più acqua rinunciando ad una bistecca che fare la doccia per un anno.
Sperpero di risorse: occorrono 21 kg di proteine animali per produrre 1 kg di proteine vegetali. Ogni anno bovini, suini e polli allevati per l’alimentazione umana consumano 145 milioni di tonnellate di cereali, mais e soia, di questi solo 21 milioni di tonnellate si trasformano in cibo, il resto, 124 milioni di tonnellate, vanno perse. Le percentuali degli elementi nutritivi perduti a causa degli allevamenti sono: proteine 90%; carboidrati 99%; fibre 100%. La dieta carnea fa consumare 8-10 volte più sostanze di quella vegetariana: l’adozione su vasta scala della dieta a base di carne porterebbe il pianeta ad una fine immediata. Negli ultimi 7 anni il consumo di cereali ha superato la produzione, intaccando così le scorte. Nel mondo vi sono 1,3 miliardi di soli bovini ognuno dei quali consuma derrate alimentari quanto 12 persone, cioè quanto 15 miliardi di individui.
Tutto questo succede perché, ribadisco, il 20% dell’umanità usa mangiare la carne, ma che cosa succederà quando i paesi poveri emergenti approderanno al consumismo? I conflitti armati e la violenza umana spesso scaturiscono dalla carenza di risorse alimentari ed energetiche e mantengono l’umanità sotto un costante stato di tensione e di guerra. Gli allevamenti di animali, con la necessità di adibire a pascolo sempre nuove terre, sono causa di contrasti, invasioni e guerre. Quando Glucone chiede a Socrate perché nella festa aveva escluso la carne, gli spiega la relazione tra alimentazione carnea e guerra. Diceva che gli allevamenti sottraggono terra all’agricoltura, richiedono nuovi spazi e costringono le città ad invadere i paesi vicini. Fu infatti la necessità di vaste aree dove pascolare gli animali ad indurre la guerra nei modelli antecedenti la civiltà. Parafrasando Leonardo da Vinci si può dire “verrà il tempo in cui consumare carme sarà considerato un crimine contro l’umanità”.
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