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Porfirio e gli animali

Nel periodo in cui nacque l’ingiustizia verso gli animali furono introdotte la guerra e la bramosia del potere.
Non solo gli animali dialogano tra loro ma molti di essi possiedono qualità divinatorie. Qualcuno ha la vista più acuta di quella di un serpente? Se la nostra intelligenza è superiore non si può negare che gli animali non ce l’abbiano affatto, come non si nega alle pernici la facoltà di volare solo perché le aquile volano meglio. E se vi sono animali che attaccano l’uomo non c’è da stupirsi perché se agli animali il cibo fosse offerto a profusione essi non sarebbero feroci né verso se stessi né verso gli uomini. Se invece gli uomini fossero costretti da estreme necessità di sopravvivenza essi non sarebbero diventati più feroci della tigre? Gli animali condividono con l’uomo anche i vizi, ma una cosa è sconosciuta agli animali: la malevolenza verso coloro che si manifestano amici: essi rispondono sempre con un’amicizia assoluta.
Si dice che gli animali non tengono assemblee, non deliberano? Questo forse lo fanno tutti gli uomini? Come si potrebbe dimostrare che essi non deliberano? Si dice che essi non hanno città: ma neppure gli Schiti e neppure gli Dei ne hanno. Dicono che non hanno leggi scritte: ma neppure gli uomini le ebbero, finché durò per loro lo stato di felicità.
Il sacrificio degli uomini uccisi in guerra è simmetrico a quello degli animali sgozzati sugli altari.
Condurre animali al macello, farli cuocere allo scopo di provarvi piacere e soddisfare la propria ghiottoneria, non c’è nome per delineare questo misfatto, questo crimine.

Porfirio (filosofo greco 233-305), autore della più grande opera dell’antichità scritta in difesa degli animali.



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