Carne da macello verso l'inferno
di MAURIZIA BRICI
NADLAC (Romania) - Il termometro segna meno quattro. Un vento gelido trapassa giacconi e giubbotti. Sulla strada ghiacciata e infida una lunga colonna di Tir aspetta di passare dal confine che separa la Romania dall’Ungheria a Nadlac. Ultima barriera prima di lanciarsi in una corsa sfrenata, senza altri controlli sanitari e fiscali, sino in Italia. Mentre alcuni ragazzi armati di lunghe spazzole puliscono i vetri dei grossi automezzi, alcuni autisti, dopo aver allungato senza dare dell’occhio alcune banconote a doganieri compiacenti, risalgono la lunga fila. La colonna sta per ripartire. Ma nel frastuono dei motori rombanti dai pesanti automezzi si odono belati che fanno rabbrividire. Perché, ammassati gli uni sugli altri su quattro piani dei Tir, centinaia di agnelli compiono il loro ultimo viaggio. Un incubo che terminerà dopo migliaia di chilometri nei macelli italiani. Il loro numero varia tra 700 e 800 capi, spesso supera il migliaio. Sballottati gli uni sugli altri. Spesso senza acqua e cibo. Un viaggio-deportazione, in cui la crudeltà si mescola all'orrore. L’altezza tra un piano e l’altro è spesso insufficiente a garantire la posizione eretta degli animali. Nessun rispetto delle norme internazionali sul benessere degli animali che per lunghi viaggi su gomma prevedono orari di marcia intervallati da sosta e scarico degli animali per il foraggiamento. Ma le tabelle di marcia per trasporto di animali proveniente dall’Est sono strettissimi. E devono essere rispettati. Ma non è tutto. Sui Tir ammassati al confine vengono caricati anche bovini e soprattutto cavalli.
Severe sono le norme Ue che disciplinano sia il trasporto che il benessere degli animali, ma a rispettarle sono davvero in pochi. I cavalli, che devono essere separati gli uni dagli altri, possono viaggiare per un massimo di 24 ore. Poi devono essere scaricati e rifocillati in una stalla autorizzata per almeno 24 ore prima di riprendere il viaggio. Diversa la normativa per bovini e pecore: 14 ore di viaggio, una sosta sul mezzo di un’ora per controlli e cibo, una nuova marcia di 14 ore e quindi il fermo per 24 ore con lo scarico di tutti gli animali. Percorrenze e tempi di sosta devono essere scrupolosamente annotati su uno speciale libro che deve essere mostrato alla polizia in caso di controllo. Fantascienza. Negli anni scorsi decine e decine di autisti erano stati pesantemente sanzionati grazie a severi controlli doganali e alla serietà dei veterinari di frontiera, che dovevano certificare oltre il buono stato di salute anche il loro «passaporto» sanitario. Ma la situazione oggi è cambiata. E non in meglio, purtroppo. Spesso i controllori chiudono gli occhi in cambio di una mazzetta.
Con l’allargamento dell'area di Schenghen per la libera circolazione di merci e persone sono stati cancellate le dogane e i controlli. Il posto di Gorizia, ad esempio, è terribilmente vuoto. I camion sfrecciano da quei caselli una volta presidiati dalla polizia di frontiera a velocità sostenuta «Dal 21 dicembre scorso, quando la Slovenia è entrata nell’area di Schengen – spiega Andrea Locati, vicequestore aggiunto della Polizia di Stato – sono state abolite le operazioni di controllo».
La dogana di Gorizia rappresentava un valido deterrente, con i veterinari dell’Asl locale, per coloro che non rispettavano le norme sul benessere degli animali. Tutti i Tir con animali vivi a bordo erano controllati, migliaia di cavalli, ovini, bovini fatti scaricare e alloggiati nelle moderne stalle di sosta, a decine le pesanti sanzioni amministrative. «Oggi gli unici controlli – spiega Locati – vengono fatti sul territorio italiano dalle pattuglie della polizia stradale».
Ma è troppo poco. A lanciare l’allarme è il dottor Mario Sapino, torinese, responsabile dell’Ufficio Uvac (Ufficio veterinario Adempimenti Comunitari) del Ministero della Salute. «Ogni due mesi con le forze di polizia organizziamo una notte intera di controlli in autostrada sui mezzi che trasportano animali. Mentre gli autisti italiani stanno gradatamente cercando di rispettare le normative, nessuno dei mezzi con autisti stranieri fermati è mai risultato in regola con le norme sul benessere degli animali; documenti falsificati, certificazioni non in regola, sovraccarichi…». Il viaggio verso l’inferno è terribile per migliaia di animali provenienti dall’Est. Gli autisti hanno fretta. Devono rispettare le tabelle di marcia. Una sosta per rifocillare gli animali è solo tempo perduto. I mattatoi aspettano.
Fonte: La stampa - 29 gennaio 2008
http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=255&ID_sezione=339&sezione=News
NADLAC (Romania) - Il termometro segna meno quattro. Un vento gelido trapassa giacconi e giubbotti. Sulla strada ghiacciata e infida una lunga colonna di Tir aspetta di passare dal confine che separa la Romania dall’Ungheria a Nadlac. Ultima barriera prima di lanciarsi in una corsa sfrenata, senza altri controlli sanitari e fiscali, sino in Italia. Mentre alcuni ragazzi armati di lunghe spazzole puliscono i vetri dei grossi automezzi, alcuni autisti, dopo aver allungato senza dare dell’occhio alcune banconote a doganieri compiacenti, risalgono la lunga fila. La colonna sta per ripartire. Ma nel frastuono dei motori rombanti dai pesanti automezzi si odono belati che fanno rabbrividire. Perché, ammassati gli uni sugli altri su quattro piani dei Tir, centinaia di agnelli compiono il loro ultimo viaggio. Un incubo che terminerà dopo migliaia di chilometri nei macelli italiani. Il loro numero varia tra 700 e 800 capi, spesso supera il migliaio. Sballottati gli uni sugli altri. Spesso senza acqua e cibo. Un viaggio-deportazione, in cui la crudeltà si mescola all'orrore. L’altezza tra un piano e l’altro è spesso insufficiente a garantire la posizione eretta degli animali. Nessun rispetto delle norme internazionali sul benessere degli animali che per lunghi viaggi su gomma prevedono orari di marcia intervallati da sosta e scarico degli animali per il foraggiamento. Ma le tabelle di marcia per trasporto di animali proveniente dall’Est sono strettissimi. E devono essere rispettati. Ma non è tutto. Sui Tir ammassati al confine vengono caricati anche bovini e soprattutto cavalli.
Severe sono le norme Ue che disciplinano sia il trasporto che il benessere degli animali, ma a rispettarle sono davvero in pochi. I cavalli, che devono essere separati gli uni dagli altri, possono viaggiare per un massimo di 24 ore. Poi devono essere scaricati e rifocillati in una stalla autorizzata per almeno 24 ore prima di riprendere il viaggio. Diversa la normativa per bovini e pecore: 14 ore di viaggio, una sosta sul mezzo di un’ora per controlli e cibo, una nuova marcia di 14 ore e quindi il fermo per 24 ore con lo scarico di tutti gli animali. Percorrenze e tempi di sosta devono essere scrupolosamente annotati su uno speciale libro che deve essere mostrato alla polizia in caso di controllo. Fantascienza. Negli anni scorsi decine e decine di autisti erano stati pesantemente sanzionati grazie a severi controlli doganali e alla serietà dei veterinari di frontiera, che dovevano certificare oltre il buono stato di salute anche il loro «passaporto» sanitario. Ma la situazione oggi è cambiata. E non in meglio, purtroppo. Spesso i controllori chiudono gli occhi in cambio di una mazzetta.
Con l’allargamento dell'area di Schenghen per la libera circolazione di merci e persone sono stati cancellate le dogane e i controlli. Il posto di Gorizia, ad esempio, è terribilmente vuoto. I camion sfrecciano da quei caselli una volta presidiati dalla polizia di frontiera a velocità sostenuta «Dal 21 dicembre scorso, quando la Slovenia è entrata nell’area di Schengen – spiega Andrea Locati, vicequestore aggiunto della Polizia di Stato – sono state abolite le operazioni di controllo».
La dogana di Gorizia rappresentava un valido deterrente, con i veterinari dell’Asl locale, per coloro che non rispettavano le norme sul benessere degli animali. Tutti i Tir con animali vivi a bordo erano controllati, migliaia di cavalli, ovini, bovini fatti scaricare e alloggiati nelle moderne stalle di sosta, a decine le pesanti sanzioni amministrative. «Oggi gli unici controlli – spiega Locati – vengono fatti sul territorio italiano dalle pattuglie della polizia stradale».
Ma è troppo poco. A lanciare l’allarme è il dottor Mario Sapino, torinese, responsabile dell’Ufficio Uvac (Ufficio veterinario Adempimenti Comunitari) del Ministero della Salute. «Ogni due mesi con le forze di polizia organizziamo una notte intera di controlli in autostrada sui mezzi che trasportano animali. Mentre gli autisti italiani stanno gradatamente cercando di rispettare le normative, nessuno dei mezzi con autisti stranieri fermati è mai risultato in regola con le norme sul benessere degli animali; documenti falsificati, certificazioni non in regola, sovraccarichi…». Il viaggio verso l’inferno è terribile per migliaia di animali provenienti dall’Est. Gli autisti hanno fretta. Devono rispettare le tabelle di marcia. Una sosta per rifocillare gli animali è solo tempo perduto. I mattatoi aspettano.
Fonte: La stampa - 29 gennaio 2008
http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=255&ID_sezione=339&sezione=News
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