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Morte dolorosa: con gli animali si può


Il Comitato di Bioetica dice sì alla crudele macellazione rituale in nome dell'Islam

Morte dolorosa: con gli animali si può


di Oscar Grazioli


Il Comitato Nazionale di Bioetica ha presentato alla presidenza del Consiglio dei ministri il suo documento su "Macellazioni rituali e sofferenza animale".

Già nell'introduzione si può intuire quali saranno le conclusioni nonostante gli arditi voli pindarici, i sofismi, i sillogismi e tutto l'armamentario che il mio vecchio prof di filosofia tirava fuori quando voleva propormi una conclusione preconfezionata che mi portasse a dare ragione a Kant quando avrei giurato avesse torto marcio.

Recita il documento in questione: "Fin d'ora è opportuno sottolineare che se risultasse possibile una composizione fra questi principi, essa eviterebbe di porre una significativa (e crescente) porzione della popolazione che vive in Italia nella necessità di rinunciare ad un elemento importante della propria tradizione".

Traduco e volgarizzo: l'integrazione fra le tradizioni , non solo religiose, ma anche culturali è talmente importante che il problema della macellazione fatta in un modo o nell'altro è secondario.

Continua il documento "Ebrei e mussulmani infatti, ove non sia assicurato il rispetto delle prescrizioni religiose relative alle carni animali, risultano costretti a escludere del tutto le carni stesse dal loro regime alimentare con apprezzabile riduzione della qualità della loro vita, ovvero a rinunciare all'osservanza del precetto religioso."

Questo non ha bisogno di traduzione. Se uno non vuole diventare vegetariano che fa, muore di fame?
Si aggiunga che come descritto nell'elaborato dei bioetici "non si dispone di metodi assolutamente sicuri per misurare il dolore degli animali."
E giù una pietra tombale sull'argomento.
Per la verità sono poi costretti ad ammettere che la quasi totalità degli scienziati concorda sulla necessità dello stordimento prima della macellazione e l'immobilizzazione meccanica, quando perfettamente coscienti viene loro tagliata la gola, aumenta un pochino lo stress. Ma va?

L'importante è che la lama tagli bene e che la usi uno del mestiere. Dimenticano che, come ci avverte Ersilia Francesca con il suo contributo, qualsiasi musulmano dotato di discernimento può macellare, sia esso minore o donna, ma non deve essere pazzo, ubriaco, eunuco o omosessuale.

Apprendiamo anche che all'atto della macellazione è obbligatorio formulare l'intenzione e invocare il nome di Dio e che si esorta a orientare l'animale verso la gibla e ancora che i cammelli vanno sgozzati ritti sui piedi. Tutto amore e sacralità.
Infine il fatto dell'immobilizzazione, scrivono i bioetici, dura pochi secondi (ore per le bestie) e anche molti altri paesi ammettono le macellazioni rituali. Vero.
Dimenticano però che in Danimarca e in Finlandia il taglio della gola deve essere seguito da un colpo di pistola, che la Svizzera e vari Laender austriaci le hanno vietate, che la Federazione europea Veterinaria considera più dolorose le uccisioni con immobilizzazione e senza stordimento, che la Malesia (paese musulmano) ha recentemente autorizzato lo stordimento prima della macellazione.

Ma già un'altro problema turba la coscienza dei bioetici. Come faranno i seguaci di altre religioni ad avere il loro cibo appropriato nelle carceri, negli ospedali e nelle mense scolastiche? Suvvia, il nostro è un Paese di artisti e pescatori. Ma soprattutto di buonisti.

Che sarà il rauco grido di morte di un cavallo tenuto immobile, mentre il sangue gorgoglia nei bronchi soffocandolo, di fronte ad un delinquente ben integrato che mangia nella cella il suo alimento halàl?

Tratto da "Libero", 25 Novembre 2003, Pag. 1



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