Frode alimentare
di Alessandro Cattelan (alec@ivu.org)
Ultimamente, a causa della crescente preoccupazione per la malattia della mucca pazza, si è registrato un notevole aumento di informazione sui rischi degli alimenti di origine animale. Sono state sprecate molte parole per spiegare le conseguenze che ha avuto alimentare bovini con farine animali e poi molte tentando di calmare le paure dei consumatori. Ma poche ne sono state usate per spiegare le vere cause alla base del fenomeno come la creazione del sistema di allevamento intensivo, il tentativo di nascondere l’insorgere della malattia e la sottovalutazione del problema.
Tutto nella nostra società ha un prezzo, anche la vita delle persone. Ormai sembra che quello delle mucca pazza sia un problema del passato, già risolto e che non rappresenta più nessun rischio per i consumatori. Risulta facile immaginare le pressioni della potentissima industria alimentare per ridurre il panico che stava sorgendo, e successivamente per ricreare il consenso dell’opinione pubblica. L’informazione dei mezzi di comunicazione ufficiali è parziale e sottostà agli interessi economici, per questa ragione si decide di non diffondere informazioni sulle conseguenze di un’alimentazione basata su prodotti di origine animale, conseguenze che vanno molto oltre la malattia di Creutzfeld-Jakob.
Esiste già un’ampia letteratura che dimostra come l’essere umano sia biologicamente più adatto ad uno stile di vita vegetariano e che pone in evidenza gli svantaggi che rappresenta mangiare prodotti animali. Tanto la carne come i latticini producono qualche conseguenza negativa; per dare un’idea di come l’alimentazione influisca sulla salute, potremmo citare un recente studio su dieta, stile di vita e mortalità in Cina (Diet, Life-style and Mortality in China: a study, 1999) che evidenzia come la popolazione rurale, quasi vegetariana, soffra meno di malattie come anemia e osteoporosi della popolazione urbana. Per l’osteoporosi la spiegazione può stare nel fatto che una dieta più ricca di carne o di latticini sicuramente fornisce una quantità maggiore di calcio, però allo stesso tempo anche una quantità esagerata di proteine che l’organismo deve eliminare combinandola proprio con il calcio e altri sali minerali. Una situazione analoga si verifica negli Stati Uniti, uno dei paesi dove più latticini si consumano e, ciò nonostante, dove più elevato è il numero di persone affetto da osteoporosi.
E’ inoltre evidente la relazione tra un’alimentazione carnivora e le malattie cardiovascolari. La carne e soprattutto i latticini contengono quantità molto elevate di colesterolo, una delle cause principali dei problemi vascolari. Il nostro organismo, a differenza di quello dei carnivori, non può metabolizzare eccedenze di grassi che si depositano nelle arterie, causando l’arteriosclerosi e favorendo la possibilità di infarti e collassi. Ancora una volta questo si riflette sopratutto nella società nordamericana, dove queste malattie sono in costante aumento.
Un altro aspetto interessante è la relazione causa effetto tra la dieta e certi tipi di cancro. Già dagli anni ottanta si afferma che molti tumori si potrebbero evitare con un’alimentazione a base di verdure e cereali. La ragione sta ancora nella nostra fisiologia: gli esseri umani non hanno le stesse caratteristiche dei carnivori, il nostro organismo non può metabolizzare le tossine e gli steroidi contenuti nella carne e che sono, come si sa, cancerogeni.
Può risultare difficile apprezzare i cambiamenti di salute che comporta essere vegetariani se ci limitiamo a considerare malattie che si manifestano solo dopo molti anni, può essere più facile notare i cambiamenti immediati di una dieta più sana.
Mangiare degli alimenti compatibili con il nostro metabolismo influisce sulla nostra vita quotidiana. Tutti abbiamo provato quella sensazione di pesantezza che appare dopo i pranzi, è uno degli effetti che producono la carne o i latticini sul nostro organismo, obbligato a fare uno sforzo esagerato per digerire sostanze per le quali non è programmato. Se sostituiamo gli alimenti di origine animale con verdure o cereali, meglio se integrali, notiamo immediatamente la scomparsa di quella sgradevole sensazione. Inoltre, indicativo di come l’alimentazione influisca su di noi è osservare come adattando una dieta vegetariana equilibrata il nostro aspetto fisico cambi: perdiamo i grassi superflui, si riduce la produzione di sebo e la nostra pelle mantiene un aspetto più giovane. Appariamo, in sostanza, più sani.
Una corretta alimentazione vegetariana oltre a comportare meno stress per il nostro organismo, cosa che ci permette di evitare i dolori più comuni come il mal di testa o di stomaco, ci aiuta a mantenere un sistema immunitario efficiente e capace di difenderci da virus e agenti patogeni.
La salubrità della dieta vegetariana è già stata confermata da molte autorità nel campo della dietetica, ma senza dubbio il riconoscimento più importante giunge dall’Associazione Dietetica Americana, una degli organismi più accreditate nel settore della nutrizione. Nel suo documento informativo sulle diete vegetariane pubblicato nel 1997, dimostrò come queste siano valide per qualunque stadio dell’esistenza umana, dall’infanzia alla vecchiaia, visto che forniscono tutti i nutrienti necessari per una vita sana e che limitano l’insorgenza di molte malattie.
Esistono molte diverse diete vegetariane che si distinguono per il grado di tolleranza con cui accettano gli alimenti di origine animale. Una dieta lacto-ovo-vegetariana non esige adattamenti speciali per soddisfare i requisiti di nutrienti, dal momento che latticini e uova sostituiscono senza problemi carne e pesce. Scegliere di eliminare dalla nostra dieta questi alimenti è il primo passo verso uno stile di vita più equilibrato da un punto di vista fisico e spirituale. Chi sceglie di andare oltre, cioè chi decide di abbandonare tutti gli alimenti di origine animale dovrà imparare ad equilibrare la propria dieta. All’inizio questo può sembrare difficile da realizzare, ma già con poca esperienza si potrà notare come sia molto più facile di quanto temessimo. Inoltre, recuperare la coscienza di ciò che mangiamo ci permette di instaurare un nuovo rapporto, più naturale, con il nostro corpo: potremo capire come funziona, di cosa ha bisogno e cosa ci chiede.
Abbracciare lo stile di vita vegetariano significa essere cosciente di quanto c’è di negativo nel modello che ci propone l’industria alimentare, preoccupata solo dei propri interessi economici. Essere vegetariani significa poterci liberare di questo modello, significa attuare una rivoluzione nelle nostre vite. E’ questo l’aspetto più importante del vegetarianismo: esigere con tutte le nostre forze un cambiamento sociale verso una maggiore preoccupazione per la salute delle persone e del mondo, e allo stesso tempo rendere concreta nella quotidianità di ogni giorno questa nostra pretesa.
Si ringrazia Alessandro Cattelan per la gentile collaborazione.
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