Per 2 persone
2 carote
1 costa di sedano di piccole dimensioni
300-400 g di patate
2 cipolle
40-50 g di bocconcini di soia disidratata*
paprika (ungherese) macinata
poco cumino
olio
sale
nokedli (gnocchi)
Per gli gnocchi
4 patate medie grattuggiate
2 cucchiaini di farina di soia
3 cucchiaini di farina integrale di frumento macinata fine
1 cucchiaino d'olio
* Nella preparazione dei bocconcini di soia è possibile usare anche questo misto di spezie "all'ungherese":
- 1 parte di maggiorana, basilico, comino, coriandolo e ginepro mischiati in parti uguali
- 3 parti di timo e mostarda mischiati in parti uguali
- 4 parti di santoreggia (o savoreggia, cunilia, coniella che dir si voglia)
- 5 parti di sedano
Preparate i bocconcini di soia secondo le inicazioni riportate sulla confezione.
Tritate la cipolla e fatela appassire in olio ed un po' d'acqua.
Aggiungete le carote tagliate a rondelle, le patate e la costa di sedano tagliata a dadini, i bocconcini di soia e salate.
A metà cottura aggiungete la paprika, il cumino e l'acqua della minestra.
A cottura ultimata unite gli gnocchi e servite.
Preparazione degli gnocchi:
Dopo aver amalgamato tutti gli ingredienti, preparate gli gnocchi della dimensione desiderata e cuoceteli in acqua salata.
La ricetta del "gulyàs leves", cioè la "minestra del mandriano", è il piatto ungherese più conosciuto nel mondo che - al contrario di quello che comunemente si pensa - non è uno spezzatino, ma appunto una minestra. Il modo, poi, di trascrivere usualmente la parola "gulyàs" in italiano - "goulash" - è del tutto sbagliato: come vedete in ungherese si scrive in maniera completamente differente, ma anche volendo riportare correttamente la fonetica della parola "gulyàs" nella lingua italiana si dovrebbe scrivere "guiash" (dove naturalmente il suono dell' "sh" finale è da considerare identico al primo suono della parola "sciarpa" - non esistendo in italiano parole con questo suono finale, questo sembra essere il modo migliore per risolvere quest'inconveniente linguistico).
Ricetta ispirata alla tradizione ungherese e inviataci da Bàlint Vetsey