UE: 70 miliardi per sostituire la vivisezione
Sperimentazione, 70 miliardi per chi farà ricerca senza test sugli animali
Il Parlamento europeo approva il Programma pluriennale 2014-2020 per la ricerca Horizon 2020. Questa innovazione si traduce nei laboratori di ricerca nello spostare il focus dei test dal "animal relevant" al "human relevant", ovvero sostituire ratti e criceti con riproduzioni robotiche e di microingegneria
di Alessio Pisanò | 27 novembre 2013
Nella scienza del futuro made in Europe non ci sarà presto più spazio per la sperimentazione animale. Il nuovo programma quadro per la ricerca Horizon 2020 approvato dal Parlamento europeo prevede oltre 70 miliardi di finanziamenti per soggetti pubblici o privati che fanno ricerca in modo innovativo, il che esclude i classici test da laboratorio sugli animali.
Si tratta del quadro pluriennale 2014-2020 per la ricerca Horizon 2020, il più grande programma di ricerca mai promosso dall’Europa, uno dei pochi capitoli di spesa del prossimo bilancio settennale Ue con segno positivo, ovvero aumentato da 50 a 70,2 miliardi. L’incremento si deve in gran parte alla creazione di un nuovo pilastro, quello della “Leadership industriale”, uno strumento forte di 17,01 miliardi di euro che si propone di accompagnare l’industria e in particolare le piccole e medie imprese (a loro spetteranno almeno 3,4 miliardi) nello sviluppo di “processi innovativi”.
Questa innovazione si traduce nei laboratori di ricerca nello spostare il focus dei test dal “animal relevant” al “human relevant”, ovvero sostituire ratti e criceti con riproduzioni robotiche e di microingegneria, perché, come recita un famoso slogan anti vivisezione, “non siamo ratti di 70 kg”. Una cosa che negli States stanno cercando di fare da tempo, come testimonia il “National Institute of Health’s automated robot-technicians”, il laboratorio robotico più avanzato al mondo del valore di 50 milioni di euro e di proprietà del governo Usa, che lo sta usando per testare sostanze chimiche al ritmo di centinaia a settimana invece degli anni che ci vorrebbero con i test sugli animali.
“La ricerca con l’utilizzo degli animali deve rispettare l’articolo 13 del trattato di Lisbona (gli animali sono esseri senzienti, ndr) e va soddisfatto il requisito stesso di sostituire, ridurre e ridefinire l’utilizzo di animali per la ricerca scientifica”, si legge nel testo di Horizon approvato a Strasburgo (un testo principale più altri quattro rapporti sull’applicazione dei differenti programmi specifici). Insomma come sottolinea Gaia Angelini di Humane Society International, “Horizon 2020 costituisce l’opportunità finanziaria degli Stati europei per utilizzare e sviluppare le tecnologie più avanzate già presenti in Usa e altri paesi che permettono oggi di testare sostanze chimiche, fare ricerca farmacologica e medica ricorrendo alle scienze del 21emo secolo che non utilizzano animali”.
Questo sia per motivi etici ma anche pratici, perché come ha evidenziato uno studio del 2004 della Food and Drug Administration (FDA) americana, le tecnologie testate sugli animali registrano un grado di insuccesso del 90% quando tradotte sull’uomo. Insomma Horizon 2020, con i suoi 70,2 miliardi di finanziamento e il suo focus sull’innovazione (Future and Emerging Technologies FET), offre la piattaforma finanziaria e normativa per accedere alle tecnologie innovative e voltare pagina per sempre sulla sperimentazione animale.
Un passo che forse non accoglierà tutti i favori del mondo scientifico, che considera ancora “indispensabile” la sperimentazione gli animali, ma sicuramente quelli della maggior parte dei cittadini europei. Recentemente è stato infatti raggiunto l’obiettivo del milione di firme della proposta di legge popolare europea Stop vivisection, che chiede alla Commissione europea l’abrogazione della direttiva 2010/63/UE con la presentazione di una nuova proposta di direttiva che sia finalizzata al definitivo superamento della sperimentazione animale e che renda obbligatorio per la ricerca biomedica e tossicologica l’utilizzo di dati specifici per la specie umana in luogo dei dati ottenuti su animali. Forse con il programma Horizon 2020, ricerca ed opinione pubblica potrebbero trovare un punto d’incontro.
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/27/sperimentazione-70-miliardi-per-chi-fara-ricerca-senza-test-sugli-animali/790061/
Il Parlamento europeo approva il Programma pluriennale 2014-2020 per la ricerca Horizon 2020. Questa innovazione si traduce nei laboratori di ricerca nello spostare il focus dei test dal "animal relevant" al "human relevant", ovvero sostituire ratti e criceti con riproduzioni robotiche e di microingegneria
di Alessio Pisanò | 27 novembre 2013
Nella scienza del futuro made in Europe non ci sarà presto più spazio per la sperimentazione animale. Il nuovo programma quadro per la ricerca Horizon 2020 approvato dal Parlamento europeo prevede oltre 70 miliardi di finanziamenti per soggetti pubblici o privati che fanno ricerca in modo innovativo, il che esclude i classici test da laboratorio sugli animali.
Si tratta del quadro pluriennale 2014-2020 per la ricerca Horizon 2020, il più grande programma di ricerca mai promosso dall’Europa, uno dei pochi capitoli di spesa del prossimo bilancio settennale Ue con segno positivo, ovvero aumentato da 50 a 70,2 miliardi. L’incremento si deve in gran parte alla creazione di un nuovo pilastro, quello della “Leadership industriale”, uno strumento forte di 17,01 miliardi di euro che si propone di accompagnare l’industria e in particolare le piccole e medie imprese (a loro spetteranno almeno 3,4 miliardi) nello sviluppo di “processi innovativi”.
Questa innovazione si traduce nei laboratori di ricerca nello spostare il focus dei test dal “animal relevant” al “human relevant”, ovvero sostituire ratti e criceti con riproduzioni robotiche e di microingegneria, perché, come recita un famoso slogan anti vivisezione, “non siamo ratti di 70 kg”. Una cosa che negli States stanno cercando di fare da tempo, come testimonia il “National Institute of Health’s automated robot-technicians”, il laboratorio robotico più avanzato al mondo del valore di 50 milioni di euro e di proprietà del governo Usa, che lo sta usando per testare sostanze chimiche al ritmo di centinaia a settimana invece degli anni che ci vorrebbero con i test sugli animali.
“La ricerca con l’utilizzo degli animali deve rispettare l’articolo 13 del trattato di Lisbona (gli animali sono esseri senzienti, ndr) e va soddisfatto il requisito stesso di sostituire, ridurre e ridefinire l’utilizzo di animali per la ricerca scientifica”, si legge nel testo di Horizon approvato a Strasburgo (un testo principale più altri quattro rapporti sull’applicazione dei differenti programmi specifici). Insomma come sottolinea Gaia Angelini di Humane Society International, “Horizon 2020 costituisce l’opportunità finanziaria degli Stati europei per utilizzare e sviluppare le tecnologie più avanzate già presenti in Usa e altri paesi che permettono oggi di testare sostanze chimiche, fare ricerca farmacologica e medica ricorrendo alle scienze del 21emo secolo che non utilizzano animali”.
Questo sia per motivi etici ma anche pratici, perché come ha evidenziato uno studio del 2004 della Food and Drug Administration (FDA) americana, le tecnologie testate sugli animali registrano un grado di insuccesso del 90% quando tradotte sull’uomo. Insomma Horizon 2020, con i suoi 70,2 miliardi di finanziamento e il suo focus sull’innovazione (Future and Emerging Technologies FET), offre la piattaforma finanziaria e normativa per accedere alle tecnologie innovative e voltare pagina per sempre sulla sperimentazione animale.
Un passo che forse non accoglierà tutti i favori del mondo scientifico, che considera ancora “indispensabile” la sperimentazione gli animali, ma sicuramente quelli della maggior parte dei cittadini europei. Recentemente è stato infatti raggiunto l’obiettivo del milione di firme della proposta di legge popolare europea Stop vivisection, che chiede alla Commissione europea l’abrogazione della direttiva 2010/63/UE con la presentazione di una nuova proposta di direttiva che sia finalizzata al definitivo superamento della sperimentazione animale e che renda obbligatorio per la ricerca biomedica e tossicologica l’utilizzo di dati specifici per la specie umana in luogo dei dati ottenuti su animali. Forse con il programma Horizon 2020, ricerca ed opinione pubblica potrebbero trovare un punto d’incontro.
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/27/sperimentazione-70-miliardi-per-chi-fara-ricerca-senza-test-sugli-animali/790061/
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