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Il Vangelo non vuole la strage degli agnelli

La Pasqua cristiana
Il Vangelo non vuole la strage degli agnelli
Gesù non ha bisogno di agnelli da sgozzare per iniziare il rito della Pasqua


di Oscar Grazioli

Per quanto l'origine della Pasqua, secondo il Nuovo Testamento, risalga proprio ad oggi, giorno della crocifissione di Gesù, la domenica di Pasqua festeggia, nella credenza cristiana, la resurrezione del Cristo.
Per gli ebrei invece la Pasqua ricorda la liberazione del popolo giudeo dalla schiavitù egizia, quando l'angelo inviato da Dio evitò di colpire i primogeniti di chi aveva segnato la propria abitazione con il sangue dell'agnello immolato.
In realtà la "Pesah" ebraica deriva da feste pastorali praticate nel vicino Oriente che culminavano con i festeggiamenti del pane non lievitato, il "mazzot".
Pasqua vuol dire felicità per il Cristo che è risorto o gioia per la liberazione di un popolo dalla schiavitù, ma Pasqua vuol dire soprattutto tradizioni che affondano le loro radici nell'antichità dei riti pagani. Se l'uovo di cioccolata è un'invenzione moderna, l'uovo decorato, come simbolo di fertilità, di primavera e di rinascita è presente nelle ritualità di tutto il mondo.
Nel paganesimo di molte antiche culture il Cielo e la Terra erano due metà di uno stesso uovo.
Greci, Cinesi e Persiani si scambiavano le uova come dono per le feste Primaverili, mentre, nell'antico Egitto, le uova decorate segnavano l'arrivo del nuovo anno che coincideva con la primavera. Ma quando arriva la Pasqua ricorre un'altra tradizione, meno gioiosa per chi ne è oggetto. Il sacrificio dell'agnello.
I consumi di questa carne aumentano esponenzialmente a Pasqua (e a Natale) e solo l'anno scorso abbiamo mangiato carne d'agnello in ragione del 150 % in più rispetto al percepente anno.
In questi giorni le associazioni animaliste sono in pieno fermento e lanciano i loro strali contro chi, per rispettare la tradizione, alimenta questa strage degli innocenti.
In realtà il problema, a mio avviso non sta tanto nella scelta della carne. Se tutti evitano l'agnello e vanno dal macellaio a comprare vitello a carne bianca o maialino da latte, faranno un grosso favore agli agnelli, ma a vitelli e porcellini certo la cosa non piacerà più di tanto.
Ho scritto mille volte che fare delle scale di importanza, in campo animale, è un esercizio molto scomodo che necessita di infiniti specchi su cui arrampicarsi. O si è vegetariani e il problema non si pone oppure, se si è onnivori, mangiare il porceddu al mirto o l'agnello al rosmarino cambia poco.
L'errore più grosso invece è quello di metter in tavola l'agnello Pasquale per ottemperare ad una sorta di vincolo con il proprio credo religioso.
Non ci sono più i faraoni d'Egitto a tenere in schiavitù il popolo ebraico e Mosè non ha bisogno di invocare le sette piaghe. Nessun primogenito rischierà la vita se la porta di casa non sarà bagnata con il sangue dell'agnello.
Oggi si rischia tra bombe, carri armati e kamikaze con l'esplosivo sotto la cintola. Questi sono gli angeli vendicativi mandati da Dio sulla terra.
Gesù Cristo, ci raccontano i Vangeli, presenta agli apostoli il pane come suo corpo da mangiare (Lc.22,19: "Questo è il mio corpo dato per voi" Gv.1,29: "Ecco l'agnello di Dio"). Gesù non ha bisogno di agnelli da sgozzare per iniziare il rito della Pasqua, così come il sacerdote non ha bisogno di brandelli di carne sanguinante per annunciare la Comunione. "Prendete, questo è il mio corpo 3;e questo è il mio sangue". E nelle mani ci sono solo pane e vino.

Fonte: Dal quotidiano Libero dell'11 aprile 2004




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