Terapia verde: carne sotto accusa
di Daniele Fanelli
Secondo le più recenti stime della Fao, nel 2005 sulla Terra vivevano oltre 6,453 miliardi di persone, più di 1,355 miliardi di bovini, 960 milioni di suini, 16,740 miliardi di polli, ed erano stati catturati o allevati pesci per circa 130 milioni di tonnellate. Oltre un terzo dei prodotti agricoli, e fino al 50 per cento dei cereali, è destinata agli allevamenti. Ma per produrre un chilo di carne o pesce occorrono dai 2 ai 15 chili di vegetali, e fino cinque volte l'acqua necessaria a un chilo di cereali. Alimentarsi con animali è un sistema molto inefficiente, causa un forte inquinamento e non sembra sostenibile nel lungo periodo. Se tutti gli abitanti della Terra volessero consumare la stessa quantità di carne di un occidentale, lo spazio destinato all'agricoltura dovrebbe aumentare di due terzi. E anche il consumo di pesce sta giungendo al limite: nel 2003, il 52 per cento delle risorse ittiche era sfruttato al massimo delle possibilità, il 16 per cento era in declino per l'eccessivo sfruttamento, e il 9 esaurito.
Gli scienziati del progetto Profetas (PROtein Foods, Environment, Technology and Society), finanziato dal governo olandese, in questi giorni hanno pubblicato un libro in cui sostengono la necessità di operare una transizione proteica. Secondo i loro risultati, sostituire almeno in parte le proteine animali con quelle vegetali sarebbe conveniente, tecnologicamente fattibile e socialmente accettabile. Fra l'altro, lascerebbe libero molto terreno agricolo. E questo secondo gli autori consentirebbe di coltivare biomasse sufficienti a coprire un quarto del fabbisogno energetico mondiale. Cambiando dieta non solo produrremmo più energia, ma inquineremmo anche meno. Per esempio riducendo l'effetto serra, che è in parte causato dall'industria alimentare animale. Uno studio dell'Università della California, pubblicato poche settimane fa su 'Earth Interactions', ha dimostrato che negli Usa, la differenza fra l'inquinamento prodotto dalla dieta media degli americani e quello della dieta vegetariana è paragonabile alla differenza fra l'utilizzo di un fuoristrada e di una utilitaria. Analogamente, nel 2005 su 'Physics World' il fisico britannico Alan Calverd ha calcolato che la produzione e il consumo di animali causa fino al 21 per cento di tutta l'anidride carbonica emessa dall'uomo. E ha concluso: "Una riduzione mondiale nella produzione animale per raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto sembra offrire meno incognite politiche del taglio dei consumi di combustibili fossili. Non avrebbe effetti negativi sulla salute, e potrebbe essere interrotta in qualsiasi momento".
Tratto da: L'Espresso del 25 maggio 2006
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Terapia%20verde/1296131
Articolo di riferimento:
Terapia verde, elisir di lunga vita
Scheda di approfondimento:
Terapia verde: a domanda la scienza risponde
Secondo le più recenti stime della Fao, nel 2005 sulla Terra vivevano oltre 6,453 miliardi di persone, più di 1,355 miliardi di bovini, 960 milioni di suini, 16,740 miliardi di polli, ed erano stati catturati o allevati pesci per circa 130 milioni di tonnellate. Oltre un terzo dei prodotti agricoli, e fino al 50 per cento dei cereali, è destinata agli allevamenti. Ma per produrre un chilo di carne o pesce occorrono dai 2 ai 15 chili di vegetali, e fino cinque volte l'acqua necessaria a un chilo di cereali. Alimentarsi con animali è un sistema molto inefficiente, causa un forte inquinamento e non sembra sostenibile nel lungo periodo. Se tutti gli abitanti della Terra volessero consumare la stessa quantità di carne di un occidentale, lo spazio destinato all'agricoltura dovrebbe aumentare di due terzi. E anche il consumo di pesce sta giungendo al limite: nel 2003, il 52 per cento delle risorse ittiche era sfruttato al massimo delle possibilità, il 16 per cento era in declino per l'eccessivo sfruttamento, e il 9 esaurito.
Gli scienziati del progetto Profetas (PROtein Foods, Environment, Technology and Society), finanziato dal governo olandese, in questi giorni hanno pubblicato un libro in cui sostengono la necessità di operare una transizione proteica. Secondo i loro risultati, sostituire almeno in parte le proteine animali con quelle vegetali sarebbe conveniente, tecnologicamente fattibile e socialmente accettabile. Fra l'altro, lascerebbe libero molto terreno agricolo. E questo secondo gli autori consentirebbe di coltivare biomasse sufficienti a coprire un quarto del fabbisogno energetico mondiale. Cambiando dieta non solo produrremmo più energia, ma inquineremmo anche meno. Per esempio riducendo l'effetto serra, che è in parte causato dall'industria alimentare animale. Uno studio dell'Università della California, pubblicato poche settimane fa su 'Earth Interactions', ha dimostrato che negli Usa, la differenza fra l'inquinamento prodotto dalla dieta media degli americani e quello della dieta vegetariana è paragonabile alla differenza fra l'utilizzo di un fuoristrada e di una utilitaria. Analogamente, nel 2005 su 'Physics World' il fisico britannico Alan Calverd ha calcolato che la produzione e il consumo di animali causa fino al 21 per cento di tutta l'anidride carbonica emessa dall'uomo. E ha concluso: "Una riduzione mondiale nella produzione animale per raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto sembra offrire meno incognite politiche del taglio dei consumi di combustibili fossili. Non avrebbe effetti negativi sulla salute, e potrebbe essere interrotta in qualsiasi momento".
Tratto da: L'Espresso del 25 maggio 2006
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Terapia%20verde/1296131
Articolo di riferimento:
Terapia verde, elisir di lunga vita
Scheda di approfondimento:
Terapia verde: a domanda la scienza risponde
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