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Normativa per l'allevamento delle galline

Ogni anno nel mondo si "consumano" 20 miliardi di galline e questa cifra rende indispensabili gli allevamenti intensivi. Il sovraffollamento comporta però il rapidissimo diffondersi delle malattie e, per evitare pericolosi e inarrestabli contagi, insieme ai mangimi vengono normalmente somministrati antibiotici che si ritrovano poi nel piatto di chi mangia... il pollo.
Ricordiamo tuttavia che contro i virus gli antibiotici sono inefficaci: malgrado l'uso (e l'abuso) di antibiotici le cronache sono piene di allarmi sulla diffusione dei virus, che viene successivamente circoscritta con l'eliminazione di centinaia di milioni di polli.
Rimangono però i problemi di fondo, cioè le modalità di allevamento: la scarsa ventilazione, l'eccessiva umidità e lo spazio limitato (poco più di un foglio A4).

In Italia per i polli la normativa (decreto ministeriale n. 465 del 10.9.1999, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 291 del 13.12.1999) prevede le indicazioni delle modalità di allevamento:
1) estensivo al coperto (12 polli per metro quadrato, 2 kg circa di peso, 56 giorni di allevamento);
2) all'aperto (13 polli per metro quadrato al coperto, con accesso all'aperto in spazi di un metro quadrato per pollo, 2 kg circa di peso, 56 giorni di allevamento);
3) rurale all'aperto (12 polli per metro quadrato al coperto, con accesso all'aperto in spazi di 2 metri quadrati per pollo, 2 kg circa di peso, 81 giorni di allevamento);
4) rurale in liberta' (come il rurale all'aperto con accesso a spazi illimitati).

Tuttavia non è obbligatorio riportare le indicazioni in etichetta così come non è obbligatorio indicare il tipo di alimentazione.



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