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Il vegetarismo nelle religioni del mondo


Più si percorre all'indietro la storia delle religioni e maggiore è il rispetto e la compassione manifestata per ogni essere vivente. Questo sentimento d'amore universale, questa ricchezza morale e spirituale è andata gradualmente affievolendosi, specialmente nei paesi occidentali, a causa della filosofia aristotelica, agostiniana, d'aquiniana, cartesiana ecc. i cui principi antropocentrici se da una parte hanno posto l'uomo al centro della creazione dall'altra lo hanno staccato dalle sue origini naturali causando un progressivo disprezzo per tutto ciò che era ed è dissimile all'uomo.

EBRAISMO
Anche se gli ebrei hanno versato più sangue di animali (a scopo alimentare e sacrificale) di qualsiasi altra razza umana (solo Salomone per la sua investitura fece immolare ben 120.000 pecore e 22.000 buoi), le regole relative all'alimentazione riguardano esclusivamente gli alimenti a base di carne. Gli animali consentiti devono essere erbivori e devono avere lo zoccolo fesso. Non è lecito mangiare la carne con il sangue (anche se questo sembra impossibile dal momento che se si può drenare il sangue dalle arterie non è possibile eliminarlo dai capillari).
Tra i vari richiami alla compassione verso gli animali vale ricordare: "Non essere tra quelli che s'inebriano di vino nè tra coloro che sono ghiotti di carne" Pr, 23.30. "Fino a quando sarà in lutto la terra e seccherà tutta l'erba dei campi? Per la malvagità dei suoi abitanti le fiere e gli uccelli periscono" Ger, 12.4. A questo c'è da aggiungere che in molte circostanze Dio si serve degli animali per attuare i suoi programmi di salvezza: l'asina di Balaam, la colomba dell'Arca, il cane di Tobia, la balena di Giona, i leoni di Daniele ecc.
Ma anche se questo aspetto della Legge sia stato ampiamente disatteso dalla dottrina ufficiale, la popolazione israelita ha la più alta percentuale di vegetariani nel mondo, con l'eccezione dell'India. Anche oggi alcuni noti rabbini ed alcuni premi Nobel della cultura ebraica (come Isac B. Singer e Shuel Y. Agnon) sono convinti assertori dell'alimentazione vegetariana.

ISLAM
Nota è la compassione di Maometto verso la condizione degli animali; significativo è l'episodio in cui preferì tagliarsi un lembo del mantello, piuttosto che svegliare un gatto, sul quale si era addormentato. Il profeta vietò l'uso di uccelli per il tiro al bersaglio. Vedendo alcune persone che tiravano frecce ad un montone ne fu disgustato e disse: "Non usate violenza agli animali selvatici".
In quel tempo in cui l'incesto tra madre e figlio era consuetudine e la gente usava tagliare carne da animali vivi, come la gobba e la coda ai cammelli, anche se il profeta preferiva cibi vegetariani per la popolazione permise l'alimentazione carnea, cercando di adottare la tecnica del graduale distacco seguita nell'Antico Testamento. Comunque, a coloro che avessero mangiato carne comandava di lavarsi la bocca prima di mettersi a pregare.
In una tradizione Sufi Allah disse a Maometto: "Se proprio dovete uccidere, al posto di 40 polli uccidete una capra, al posto di 40 capre uccidete 10 mucche, al posto di 40 mucche uccidete 10 cammelli". Evidente è il valore attribuito alla vita indipendentemente dalla forma e dalla dimensione corporea della creatura.
Per il profeta infatti gli animali hanno un'anima: parlando del Giudizio egli li cita sovente. Secondo Maometto gli animali non sono nostri schiavi ma creature che Dio ci ha affidato e delle quali ci chiederà conto nel giorno del Giudizio. Alcuni discepoli gli chiesero se esistesse una ricompensa per chi fa del bene agli animali: "Esiste una ricompensa per chi fa del bene a qualunque essere vivente" rispose.
Alcune sette islamiche, come gli Sciiti ed i Sufi, tengono in alta considerazione il vegetarismo come regola di vita. Una santa sufi, quando si isolava in una foresta a pregare molti animali le si facevano intorno. Un giorno andò a trovarla un altro sufi ma gli animali scapparono e questi chiese alla santa il motivo. "Che cosa hai mangiato oggi?" gli chiese: "Aglio fritto e lardo" rispose. "Ti mangi il loro corpo e vuoi che non scappino?" Altrettanto nota è la storia del cacciatore che scopre la pietà dall'uccisione di una cerva che allattava il suo cucciolo.
In ogni caso il Corano continuamente richiama alla compassione e alla misericordia per gli animali.

BUDDISMO
Su due principi fondamentali si fonda la filosofia buddista, la saggezza e la compassione. Per il raggiungimento dell'una e dell'altra è indispensabile essere vegetariani.
Il primo dei precetti buddisti recita: "Non uccidere, anzi tutela ogni forma di vita". L'unico testo ritenuto scritto di proprio pugno dal Buddha dice: "Le creature senza piedi hanno il mio amore, e così lo hanno quelle a due piedi e anche quelle a molti piedi. Possano tutte le creature, tutte le cose che hanno vita, tutti gli esseri di qualunque specie, non avere mai nulla che possa danneggiarle. Possa non accadere loro mai nulla di male". Infatti la filosofia del Buddha mirava all'estinzione della sofferenza di tutti gli esseri viventi.
Dopo la morte del Buddha i discepoli incominciarono a dare maggiore importanza all'intenzione più che all'azione. I monaci accettarono di mangiare carne a condizione che l'animale non fosse stato ucciso per loro.
Il vegetarismo era ritenuto da Buddha una pratica essenziale per il risveglio spirituale dell'individuo. Nella sua lungimiranza profetica disse: "Ci saranno sciocchi che in futuro diranno che io ho dato il permesso di mangiare carne e che io stesso ne ho mangiata, ma io non ho permesso a nessuno di mangiare carne, non lo permetto ora e non lo permetterò in alcuna forma, in alcun modo ed in nessun luogo; è incondizionatamente proibito a tutti".
Uno dei compiti principali della missione del Buddha era proprio la liberazione degli animali dalla violenza umana.
Gosvami, famoso maestro spirituale del XII sec. nella sua Gita Govinda, in omaggio alle 10 principali incarnazioni di Dio dice: "O mio Signore, o Persona Suprema. Tutte le glorie a Te. Per la tua grande compassione sei apparso nella forma di Buddha per condannare i sacrifici di animali raccomandati dai Veda".
Oggi della grande famiglia buddista solo i monaci Zen hanno mantenuto inalterata la loro originale tradizione di vegetariani.
In Cina ed in Giappone, dove fin dai tempi più antichi esistevano dei veri e propri codici di corretta alimentazione vegetariana, il consumo di carne, che era considerato negativo e quindi bandito, cessò del tutto intorno al 58 sec. d.C.
Nei templi e nei monasteri si diffuse l'abitudine di non mangiare alcun tipo di carne. Certi cibi, specialmente la carne di maiale, si diceva rendessero il respiro sgradevole agli antenati. Secondo la tradizione Shinto per ottenere la verità suprema era essenziale consumare cibi puri, cioè vegetariani.

INDUISMO
L'induismo oltre ad essere la più antica delle religioni asiatiche è anche il più forte sostenitore del vegetarismo.
I testi Vedici, scritti in sanscrito circa 3000 anni a.C., contengono migliaia di ingiunzioni contro il consumo della carne. Un maestro Veda così diceva al suo re: "Se una persona mangia carne umana, di cavallo o di altri animali, o priva gli altri del latte uccidendo le mucche, o re, se tale essere malvagio non desiste con altri mezzi, allora non devi esitare a tagliargli la testa" (R. Veda 10.87.16).
E ancora: "Non dovete usare il corpo che vi è stato dato per uccidere le creature di Dio, siano esse umane, animali o di qualsiasi altra specie" (Yajur Veda 12.32).
Diretti richiami in tal senso vengono da altri maestri.
"Le anime nobili, che sono attente a tutti gli esseri e che proteggono tutti gli animali, sono quelle che veramente hanno intenzioni serie verso le pratiche spirituali" (Atarva Veda 19.48.5).
"Si diventa degni della salvezza quando non si uccide alcun essere vivente" (Manusmriti,6.60).
Nell'Iduismo particolarmente sentita è la legge dei karma. "Coloro che ignorano il vero Dharma e, pur essendo ignoranti e malvagi, si ritengono virtuosi uccidendo gli animali senza alcun rimorso o timore di essere puniti, in seguito, nelle loro vite future, questi peccatori saranno mangiati dalle stesse creature che hanno ucciso in questo mondo" (Srimad Bhagavatam 11.5.14).
"O governatore del popolo, mio caro re, osserva nel cielo gli animali che hai immolato, senza compassione e senza misericordia, nell'arena sacrificale. Tutti questi animali stanno aspettando la tua morte per vendicarsi delle loro ferite. Quando sarai morto ti squarceranno il corpo con corna di ferro e mangeranno la tua carne" (Srimad Bhagavatam 4.25.7).
Nei testi antichi della tradizione vedica la licenza di mangiare la carne delle vittime sacrificale era accompagnata dalla frase: "Così come ora io mangio te nella prossima vita tu mangerai me".
In seguito l'alimentazione vegetariana divenne sempre meno comune soprattutto a causa delle dominazioni straniere. Tuttavia ancora oggi l'83% della popolazione indiana è induista e nella stragrande maggioranza è vegetariana. I cibi impuri impediscono l'ascesi spirituale: la carne degli animali uccisi è considerata come la carne dei propri figli e colui che ne mangia è reputato il peggiore degli uomini. La violenza sugli animali è infatti ritenuta la causa della violenza dell'uomo verso il suo simile.
I Veda riconoscono l'anima ad ogni creatura dotata della stessa dignità umana, e la stessa possibilità di raggiungere alti livelli di spiritualità: indipendente dal corpo in cui risiede l'anima, dal momento che tutti gli esseri viventi sono spiritualmente uguali. In quell'ottica i Veda descrivono le varie incarnazioni di Dio in forme non umane: il cavallo, il cinghiale, la tartaruga, il pesce. Uccidere questi animali significa rendersi colpevoli verso Dio.
I Veda non condannano soltanto coloro che mangiano la carne, ma chi uccide l'animale, chi vi partecipa, chi compra la carne, chi la prepara e chi la serve. Solo rispettando tutte le forme di vita si può rispettare lo spirito che le contiene e l'uomo può raggiungere la vera spiritualità e la vera saggezza.
L'Ahimsa (il principio della nonviolenza verso tutti gli esseri viventi che ha appunto la sua origine nei Veda) è tutt'oggi un aspetto centrale di tutte le religioni orientali e ispiratrice delle grandi iniziative di pace da Gandhi a M.L. King.
Il principio comune a tutte le grandi dottrine religiose e filosofiche "Non fare ad altri ciò che non vorresti ti fosse fatto" non può prescindere dall'alimentazione vegetariana, pena il subire le conseguenze del male causato secondo la legge del karma.
La 3a legge di Newton "Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria" estende i suoi effetti dalla materia all'energia vitale che la pervade, portando alla logica conseguenza che l'uomo non paga solo per il male commesso verso quelli della sua stessa specie ma anche verso ogni creatura in grado di soffrire.

* L'Ahimsa è il principio fondamentale del Jainismo al quale i fedeli sono rimasti pienamente conformi per tutta la loro storia.
Il Jainismo, originato da Mahavira nel 600 a.C. circa, oggi conta 4 milioni di fedeli, tutti strettamente vegetariani. Famosi per i loro ospedali per animali e perché più rigorosi dei buddisti nell'applicazione dell'Ahimsa, usano portare bende davanti alla bocca per evitare di ingerire moscerini.


ZOROASTRISMO
Zaratustra era un fervente sostenitore dell'alimentazione vegetariana. Condannò i sacrifici di animali ed i banchetti cruenti: "Chi ha cura del suo bestiame e non si nutre delle sue carni martoriate avrà lo spirito santo e la verità". E ancora: "Colui che uccide un cane uccide la propria anima".
Oggi i Parsi (i seguaci di Zaratustra) che vivono in India, sono per la maggioranza vegetariani.

Franco Libero Manco
Estratto da Biocentrismo, l'alba della nuova civiltà umana



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