I medici e il veganismo: il Dr. Colin Campbell
di Emanuela Barbero
Il dottor Colin Campbell, coadiuvato da un ampio team di colleghi, ha effettuato uno dei più vasti studi epidemiologici sulla dieta mai realizzati in precedenza: il China Health Project. Egli ha monitorato per circa 15 anni (tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso) 10.200 persone cinesi, sia residenti in Cina che emigrate negli Stati Uniti, raccogliendo per ciascuna di loro oltre mille informazioni riguardo ad abitudini alimentari, stili di vita, predisposizioni familiari, malattie ereditarie, ecc.
Una delle principali evidenze di questo mastodontico studio è che le malattie simili hanno la tendenza a svilupparsi in rapporto all’area geografica e alle condizioni socio-economiche. I cinesi con le più ridotte assunzioni di prodotti animali erano anche quelli che avevano i più ridotti tassi di malattie cardiache, tumori, diabete e altre gravi malattie degenerative tipiche delle società ricche.
Coloro che erano emigrati negli Stati Uniti sviluppavano in breve tempo le stesse malattie degli americani con percentuali molto simili. Ciò ridimensionerebbe anche la responsabilità attribuita ai geni, poiché le abitudini alimentari dei diversi gruppi presi in esame cambiavano in diretto rapporto cogli spostamenti geografici effettuati mentre i geni restavano invece gli stessi.
E’ stato inoltre evidenziato che i tumori sono fortemente correlati ad alti tassi di colesterolo nel sangue e ad un’eccessiva assunzione di grassi saturi e di proteine, soprattutto animali. In particolare un alto tasso di colesterolo è risultato essere correlato ad alcuni tipi di tumore, nella fattispecie quelli che colpiscono colon, fegato, retto, polmoni, cervello e non ultima la leucemia.
Ciò che maggiormente colpì il dottor Campbell e i suoi collaboratori, è il fatto che anche la più piccola percentuale di prodotti animali nella propria dieta accresce conseguentemente il rischio delle malattie summenzionate, tant’è vero che la conclusione a cui sono giunti è che “la dieta ideale è quella vegan, in particolare se povera di grassi. Questa dieta riduce notevolmente l’incidenza di molte malattie. Non solo, nel corso di questo studio non abbiamo riscontrato alcuno svantaggio nel veganismo e i vegan godono di uno stato complessivo di salute uguale o migliore rispetto sia ai vegetariani che ai non vegetariani”.
Anche i tumori al seno e alla prostata sono in stretta relazione alla quantità di prodotti animali assunti attraverso la propria dieta. Ad esempio i decessi per tumore al seno sono tre volte maggiori negli Stati Uniti rispetto al Messico, quattro volte rispetto al Giappone e cinque volte rispetto alla Cina, paesi dove i consumi di prodotti animali sono proporzionalmente altrettanto ridotti. Ma tra tutti i tipi di tumore, quello più influenzato da una dieta a base di prodotti animali è sicuramente il cancro al colon.
Le linee guida relative alla nutrizione dell’American Cancer Society, redatte nel 1996, contengono quattro raccomandazioni di base: la prima è quella di assumere più prodotti vegetali e la seconda consiglia di ridurre quelli animali; le altre due riguardano la pratica di esercizio fisico e la limitazione nel consumo di alcolici. Più viene ridotto il consumo di prodotti animali a favore di un maggior consumo di quelli vegetali e più diminuisce la probabilità di ammalarsi di diversi tipi di cancro, senza contare che l’assunzione di prodotti animali accelera anche la crescita dei tumori già presenti.
Alla domanda di quanta carne, latte o uova possano essere assunti senza correre rischi, il dottor Campbell ha risposto: “Penso che il rischio inizi con il primo boccone e aumenti con ciascun boccone successivo. Ogni persona reagisce in modo diverso, ma il modo più sicuro di alimentarsi è una dieta completamente vegetale, cioè vegan”.
Il dottor Campbell e la sua famiglia, prima di intraprendere questo studio, come moltissimi altri americani mangiavano carne tutti i giorni. Cresciuto in una fattoria tradizionale in cui il consumo dei prodotti animali era del tutto normale, il dottor Campbell iniziò la propria carriera di ricercatore medico con uno studio su come produrre proteine animali in modo più efficiente.
In seguito intraprese il China Health Project e mano a mano che venivano raccolti nuovi dati attraverso lo studio in corso, di fronte all’enorme mole di informazioni esaminate e all’evidenza dei fatti, la famiglia del dottor Campbell ridusse sempre più il consumo di carne e di prodotti animali e alla fine dello studio tutti loro erano diventati vegan, compresi i 5 figli allevati con una dieta strettamente vegetale.
A loro volta questi ultimi hanno poi allevato i propri figli con un’alimentazione completamente vegan.
Nel loro ultimo documento, risalente al 2003 e che riconferma sostanzialmente quanto già riportato nella precedente Position del 1996, L'American Dietetic Association ed i Dietitians of Canada (tra i più accreditati referenti a livello mondiale nel campo dell'alimentazione e di certo non accusabili di essere di parte) affermano che le diete vegetariane correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e che comportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie.
In particolare, le diete vegane ben bilanciate ed altri tipi di diete vegetariane risultano appropriate per tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia ed adolescenza.
Le diete vegetariane offrono molteplici vantaggi sul piano nutrizionale, compresi ridotti contenuti di acidi grassi saturi, colesterolo e proteine animali, a fronte di più elevati contenuti di carboidrati, fibre, magnesio, potassio, acido folico ed antiossidanti, quali ad esempio le vitamine C ed E e le sostanze fitochimiche. (per la traduzione in italiano del testo completo vi rimandiamo al seguente link: http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/ADA_ital.htm).
References:
”Vegan, the new ethics of eating” di Erik Marcus
Intervista al Professor Colin Campbell (in inglese):
http://www.mcspotlight.org/people/interviews/campbell.html
CHINA: FROM DISEASES OF POVERTY TO DISEASES OF AFFLUENCE. POLICY IMPLICATIONS OF THE EPIDEMIOLOGICAL TRANSITION http://www.mcspotlight.org/media/reports/campbell_china2.html
Articolo sul "Progetto Cina" (in italiano):
http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/progetto_cina.html
Il libro: The China Study
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